
Un nuovo metodo di stimolazione cerebrale viene descritto in un nuovo articolo apparso sul sito dell’Università di Stanford. Il metodo, sperimentato su pazienti con depressione grave, avrebbe portato ad una “rapida remissione per quasi l’80% dei partecipanti), come descritto nel comunicato.[1] Uno studio è stato pubblicato sull’American Journal of Psychiatry.[2]
Terapia di neuromodulazione intelligente accelerata di Stanford
Il trattamento è stato ideato proprio a Stanford ed è conosciuto come terapia di neuromodulazione intelligente accelerata di Stanford (Stanford accelerated intelligent neuromodulation therapy, SAINT) o più semplicemente come terapia di neuromodulazione di Stanford.
Si tratta di un metodo di stimolazione cerebrale attuato tramite stimolazione magnetica transcranica. Diversi dei pazienti sottoposti a questa stimolazione nel corso degli esperimenti effettuati dai ricercatori vedevano una remissione dalla depressione che avveniva in un periodo compreso da giorni a mesi. Tra gli effetti collaterali solo stanchezza temporanea e mal di testa.[1]
Metodo veloce non invasivo per la depressione
Nolan Williams, un professore assistente di psichiatria e scienze comportamentali a Stanford che ha partecipato ai lavori, spiega che il metodo funziona bene ed è anche abbastanza veloce oltre a non essere invasivo. Lo stesso Williams, che è autore senior dello studio, parla di “punto di svolta” nel contesto del contrasto alla depressione.[1]
I test con 29 partecipanti
Gli esperimenti hanno visto 29 persone partecipanti con depressione resistente ai trattamenti e con un’età compresa tra 22 e gli 80 anni. Metà dei 29 soggetti veniva sottoposta alla terapia SAINT, l’altra metà veniva invece sottoposta ad una procedura placebo che imitava il trattamento. Alla fine del trattamento (dopo cinque giorni), i ricercatori notavano che il 78,6% dei soggetti del gruppo SAINT mostrava una remissione dalla depressione, una remissione valutata tramite metodi standard. Si tratta di un “effetto piuttosto drammatico”, come lo descrive Alan Schatzberg, altro professore a Stanford e autore dello studio.[1]
Più impulsi più velocemente
Attualmente la FDA statunitense ha approvato un trattamento di stimolazione magnetica transcranica che prevede un periodo di sei settimane con sessioni giornaliere. Con questo trattamento solo la metà dei pazienti migliora e solo un terzo di essi vede una remissione dalla depressione. Il metodo SAINT, come spiega il comunicato sul sito della Stanford, è un avanzamento: gli impulsi magnetici tendono a concentrarsi su determinati punti in base al neurocircuito di ogni soggetto. Questo metodo, inoltre, provoca più impulsi e lo fa ad un ritmo più sostenuto.[1]
Aree del cervello sottoposte agli impulsi
Per individuare i punti migliori in cui indirizzare gli impulsi, i ricercatori utilizzano la risonanza magnetica nella corteccia prefrontale dorsolaterale dei pazienti. Hanno quindi applicato la stimolazione in una particolare sottoarea che ha un collegamento con il cingolo subgenuale, una zona del cervello spesso iperattiva nei depressi.
La stimolazione magnetica transcranica andava a rafforzare la connessione tra queste due gare e ciò provocava un maggior controllo dell’attività nel cingolo subgenuale da parte della corteccia prefrontale dorsolaterale.[1]
I ricercatori vogliono farlo usare nei reparti psichiatrici
Inoltre i ricercatori usavano 1800 impulsi per ogni sessione invece di 600 e, invece di una seduta al giorno, eseguivano 10 trattamenti della durata di 10 minuti al giorno con pause intermedie di 50 minuti. “Vogliamo portarlo nei dipartimenti di emergenza e nei reparti psichiatrici dove possiamo curare le persone che si trovano in un’emergenza psichiatrica”, spiega Williams. “Il periodo subito dopo il ricovero è quando c’è il più alto rischio di suicidio”.[1]