
Un metodo per rigenerare le cellule che producono insulina viene descritto in un nuovo studio da un team di ricercatori del Karolinska Institutet, Svezia. Lo studio è stato pubblicato su Nature Chemical Biology. I ricercatori hanno svolto esperimenti anche sui pesci zebra, animali diventati in breve tempo tra i preferiti dagli scienziati per esperimenti biologici, e su cellule di lievito.[2]
Aumentare artificialmente la quantità di cellule beta pancreatiche
Olov Andersson, un ricercatore del Dipartimento di biologia cellulare e molecolare dell’istituto svedese impegnato nello studio, spiega che i risultati raggiunti della ricerca potrebbero essere d’aiuto per intercettare nuovi obiettivi onde trattare il diabete.
Attualmente le iniezioni di insulina e i farmaci ipoglicemizzanti in effetti tengono sotto controllo il diabete ma non lo possono curare. Un’alternativa a questi farmaci potrebbe richiedere nell’aumentare artificialmente la quantità di cellule beta pancreatiche in modo da aumentare parallelamente la produzione di insulina nel corpo. Nello studio i ricercatori hanno analizzato la possibilità di rigenerare proprio queste cellule, come spiega Christos Karampelias, il primo autore dello studio.[1]
Esperimenti sui pesci zebra e cellule di lievito
Già lo stesso team di ricercatori aveva, in ricerche precedenti, individuato una molecola (denominata CID661578) che può stimolare la rigenerazione delle cellule beta produttrici di insulina. Gli studi erano stati fatti sui pesci zebra. Nel nuovo studio i ricercatori hanno approfondito il meccanismo che è alla base di questa importante stimolazione e lo hanno fatto anche nelle cellule di lievito, in isole pancreatiche di maiali e in organoidi pancreatici umani.[1]
Il meccanismo molecolare
Hanno scoperto che la suddetta molecola tende a legarsi ad una proteina denominata serina/treonina chinasi 2 (MNK2) per regolare la traduzione dell’mRNA e quindi, alla fine, per stimolare la produzione di nuove cellule beta. Negli esperimenti sui pesci zebra gli esemplari a cui era stata fornita questa molecola mostravano livelli di glucosio nel sangue più bassi.
Il prossimo passo è quello di studiare questo meccanismo in tessuti umani in laboratorio utilizzando campioni prelevati sia da donatori sani che da soggetti diabetici, come spiega Anderson.[1]