Analizzando gli effetti provocati sul corpo dei topi dall’invecchiamento e dalla dieta, in particolare sull’epitelio intestinale, i ricercatori hanno scoperto che questi due fattori possono influenzare la regione del proteoma. Hanno inoltre scoperto che l’invecchiamento provoca inefficienze per quanto riguarda l’adattamento alle varie disponibilità di nutrienti. I ricercatori hanno eseguito esperimenti sui topi di varie età, sia giovani che vecchi. Lo studio è stato pubblicato su Cell Reports.[2]
Già diversi studi in precedenza avevano mostrato che l’invecchiamento e la dieta possono avere degli effetti sull’intestino tenue, una delle regioni dell’intestino più importanti e che ha due funzioni principali: l’assorbimento dei nutrienti prelevati dal cibo e la protezione per quanto riguarda l’ingresso nello stesso intestino di sostanze nocive per le quali l’intestino tenue fa da “barriera”.
Ad esempio era stato dimostrato che l’invecchiamento può portare ad un assorbimento inefficiente da parte dell’epitelio di nutrienti attraverso gli alimenti. Questo è uno dei motivi principali che possono portare alla malnutrizione nelle persone più anziane.
Altri studi hanno inoltre dimostrato che esistono varie differenze anatomiche tra le regioni dell’intestino tenue. Tuttavia questo è uno dei primi studi che mostra un collegamento tra l’invecchiamento della dieta su una regione specifica dello stesso intestino tenue, il suo epitelio intestinale.[1]
Utilizzando tecniche proteomiche di ultima generazione e la spettrometria di massa, i ricercatori hanno analizzato le varie differenze tra i topi più giovani e quelli più vecchi per quanto riguarda la composizione cellulare delle cripte intestinali (strutture che si trovano al di sotto dell’epitelio dove si trovano le cellule staminali intestinali e varie altre cellule).
I risultati dimostravano che l’invecchiamento aveva effetti diversi su varie regioni dell’epitelio intestinale. “I nostri risultati mostrano un chiaro effetto dell’invecchiamento sull’insieme delle proteine e sulla composizione cellulare delle cripte intestinali. Abbiamo riscontrato alcuni importanti cambiamenti nelle proteine legate all’infiammazione e una diminuzione dei livelli di marcatori delle cellule staminali. Ciò dimostra che la delicata struttura dell’epitelio viene disturbata durante l’invecchiamento, che porta a infiammazione e ridotta autorigenerazione. Soprattutto la regione dell’ileo mostra un fenotipo di invecchiamento più pronunciato da un numero ridotto di cellule caliciformi per cripta”, spiega Nadja Gebert, una delle autrici principale dello studio.[1]
In fasi successive degli esperimenti sui topi, i ricercatori scoprivano che anche la dieta poteva influire sulla quantità di varie importanti proteine ma solo per i topi giovani; nei topi vecchi il numero di proteine coinvolte era più basso cosa che mostra che nei topi più anziani la capacità di adattarsi al cambiamento improvviso indotto dalla dieta era minore.
“Soprattutto l’alternanza tra lo stato dietetico ristretto e quello nutrito, piuttosto che la sola restrizione dietetica, promuove un ripristino positivo della composizione dell’epitelio e un parziale ringiovanimento del proteoma della cripta nei topi anziani. Ciò potrebbe essere interpretato come supporto per gli effetti positivi degli interventi basati sul digiuno intermittente. D’altra parte, la ridotta risposta adattativa del vecchio epitelio intestinale mostra il drastico impatto sul modo in cui gli anziani sono influenzati dai cambiamenti nella dieta o dai trattamenti farmacologici”, spiega Alessandro Ori, altro autore dello studio autore corrispondente dello studio e ricercatore del Fritz Lipmann Institute (FLI).[1]