
Una scoperta che collega la dieta mediterranea con i livelli di mortalità delle persone anziane, ossia dei soggetti con più di 65 anni, è stata effettuata da un team di ricercatori guidato da Cristina Andrés- Lacueva, ricercatrice della Facoltà di Farmacia e Scienze degli alimenti dell’Università di Barcellona (UB) e del CIBERFES.[1] Uno studio è stato pubblicato sulla rivista BMC Medicine.[2] I ricercatori hanno lavorato, per l’analisi dei dati, insieme a colleghi del National Institute on Aging (NIA), Stati Uniti.
I dati
Come spiega il comunicato, i ricercatori hanno scoperto che un’aderenza maggiore alla dieta mediterranea può essere collegata ad una mortalità più bassa negli adulti con più di 65 anni.
I ricercatori hanno analizzato i biomarcatori alimentari all’interno del plasma di 642 soggetti (di cui il 56% donne) con un’età superiore ai 65 anni. I dati sono stati raccolti nel contesto del progetto InCHIANTI realizzato in Toscana. Il follow-up è stato di 20 anni.
Le analisi e i risultati
I ricercatori hanno in particolare analizzato nelle urine i polifenoli totali e i metaboliti del resveratrolo e nel plasma i carotenoidi plasmatici, il selenio, la vitamina B12, agli acidi grassi e la loro proporzione tra monoinsaturi e saturi. Hanno quindi usato un modello predittivo per valutare collegamenti anche grazie ai dati dei questionari oltre a quelli relativi alla mortalità.
I ricercatori scoprivano che i biomarcatori della dieta mediterranea erano inversamente collegati a tutte le cause di morte a lungo termine.