
Alcune interessanti dichiarazioni della ricercatrice Megan Lee, una psichiatra nutrizionale, sono state rilasciate dalla Bond University, Australia.[1] La ricercatrice, insieme ad altri colleghi, ha realizzato un nuovo studio a sua volta apparso su BMJ Nutrition, Prevention & Health,[2] che si concentra sulla qualità della dieta vegetariana in relazione alla salute mentale. La ricercatrice spiega che non tutte le diete vegane o vegetariane sono salutari nel senso che possono esistere diete a base vegetale di bassa qualità. Queste ultime, come i suoi studi hanno suggerito, possono infierire sulla salute mentale.[1]
Alimenti vegetali trasformati e lavorati
La ricercatrice spiega infatti che diversi dei prodotti che i vegetariani possono mangiare sono alimenti di natura vegetale ma trasformati, lavorati o del tutto raffinati. E consumare livelli troppo alti di alimenti vegetali trasformati viene considerato come un fattore di rischio per l’aumento della depressione, spiega la ricercatrice.
“C’è una percezione generale che seguire una dieta a base vegetale sia intrinsecamente salutare, ma come ogni dieta si riduce a ciò che si mette in bocca”, spiega la Lee.[1]
I dati
La ricercatrice ha analizzato qualità della dieta il livello di salute mentale di 219 persone che praticavano veganesimo o vegetarianismo in Australia. I soggetti hanno dovuto rispondere a vari questionari riguardo alle loro abitudini alimentari e sulla loro depressione eventuale.
I partecipanti avevano un’età compresa tra i 18 e i 44 anni. Circa il 14% dei soggetti riferiva di avere sintomi di depressione.[1]
Risultati
La ricercatrice notava che i soggetti che erano più abituati a mangiare frutta fresca, verdura fresca, noci, semi, legumi e cereali integrali mostravano un rischio di depressione più basso rispetto agli altri soggetti che, pur essendo vegani vegetariani, mostravano di portare avanti diete a base vegetale ma di più bassa qualità.
Secondo la ricercatrice ad avere un ruolo nelle diete a base vegetale di alta qualità sono determinati composti maggiormente presenti nei prodotti freschi o comunque meno lavorati e trasformati, come carboidrati complessi, fibre, probiotici e antiossidanti.
Passare a dieta vegetale di alta qualità non utile contro depressione
La ricercatrice scopriva anche che passare ad una dieta a base vegetale di alta qualità non poteva essere considerato come un metodo efficace per i soggetti che già soffrivano di depressione. Questo significa che una dieta vegetale di alta qualità sembra avere un ruolo più che altro protettivo e non curativo o comunque utile per contrastare una condizione depressiva già in corso.
In ogni caso, come spiega lo stesso studio, nuovi studi andranno effettuati perché “è necessario comprendere i potenziali meccanismi degli effetti attraverso i quali una dieta a base vegetale può influenzare i sintomi depressivi”.[2]
Vegani e vegetariani più vulnerabili alla depressione
La ricercatrice spiega anche che vegani e vegetariani sono maggiormente vulnerabili alla depressione probabilmente per la loro visione della vita ma anche perché di solito sono i soggetti più giovani a portare avanti stili alimentari del genere e quindi soggetti più suscettibili alle problematiche relative alla salute mentale rispetto agli adulti. “Pensiamo che questo (sensibilità alla depressione) potrebbe essere dovuto al fatto che i vegani e i vegetariani tendono ad essere più consapevoli delle questioni esterne – benessere degli animali, preoccupazioni ambientali – e possono essere ostracizzati socialmente a causa della loro scelta di dieta”.[1]