Dinosauro predatore? No, mansueto dinosauro vegetariano scoperto in Australia

Rappresentazione artistica del possibile aspetto dei dinosauri vegetariani presenti nell'area dell'attuale Australia 220 milioni di anni fa (credito: Anthony Romilio)

Nel contesto di una ricerca internazionale per analizzare diverse impronte, datate all’era del triassico, scoperte in una miniera di carbone australiana a partire già da 50 anni fa un team di ricercatori ha individuato la traccia di un dinosauro vegetariano che precedentemente era stato descritto come un feroce predatore “simile ad un rapace”.
Il nuovo studio, condotto da Anthony Romilio, paleontologo dell’Università di Qusensland che ha guidato un team internazionale, ha datato questa impronta a circa 220 milioni di anni fa.

Precedentemente considerato enorme teropode predatore

In realtà l’impronta era già stata analizzata in precedenza e, fino a questo studio, si era creduto che fosse l'”eubrontes” (impronta di dinosauro risalente al tardo triassico e all’inizio del giurassico) di un enorme teropode predatore con zampe altre più di 2 m, come spiega Romilio. L’idea però non ha mai convinto molti paleontologi: in realtà considerando il periodo del triassico nessun altro dinosauro carnivoro risultava così grande.

È invece un tranquillissimo prosauropode vegetariano

Il nuovo studio, pubblicato su Historical Biology,[1] suggerisce invece che si tratta di impronte di un dinosauro prosauropode (Plateosauridae). Si tratta di una famiglia di dinosauri vegetariani del tardo triassico non solo più piccoli nelle dimensioni ma anche più moderati nei comportamenti. I prosauropodi avevano zampe di 1,4 m ed una lunghezza del corpo di 6 m. L’impronta di questo amichevole mangiatore di piante rappresenta il primo ritrovamento per questo tipo di dinosauri in Australia ed è riconducibile ad almeno 50 milioni di anni prima dei primi fossili di sauropodi quadrupedi.

Errori degli studi precedenti

L’errore è, come spiega il ricercatore, riconducibile probabilmente anche al fatto che molti dei paleontologi che hanno svolto studi su questa impronta in realtà non hanno avuto accesso diretto all’impronta stessa ma solo a disegni e fotografie che certamente non possono offrire lo stesso livello di dettaglio di un sopralluogo oppure di un calco in gesso.

La miniera

Il sito si trova a circa 200 m di profondità in una miniera di carbone nei pressi di Ipswich, vicino Brisbane. Le prime impronte furono scoperte negli anni 60 del secolo scorso proprio dai primi minatori.
In questo sito le impronte dei prosauropodi sono state impresse su strati di antichi detriti vegetali e lo stesso spazio in cui sono state impresse sono state poi col tempo riempite di limbo e di sabbia.

Impronte capovolte

Alcune di esse si presentano capovolte sopra le teste dell’osservatore e il motivo lo spiega Hendrik Klein, esperto di fossili del Saurierwelt Paläontologisches Museum ed altro autore dello studio: nel corso di milioni di anni questo materiale vegetale è poi diventato carbone; quest’ultimo è stato estratto dai minatori i quali hanno scoperto un soffitto di siltite e arenaria con diversi calchi di impronte.

Calchi in gesso modellati in 3D

I ricercatori hanno lavorato sostanzialmente su calchi in gesso grazie ai quali hanno realizzato precisi modelli 3D virtuali. Questi ultimi sono stati poi inviati a tutti membri del team di ricercatori per le varie analisi. La miniera, infatti, è stata chiusa da diversi decenni ma prima della chiusura furono realizzati calchi completi delle impronte trovate.

Note e approfondimenti

  1. Full article: Saurischian dinosaur tracks from the Upper Triassic of southern Queensland: possible evidence for Australia’s earliest sauropodomorph trackmaker (IA) (DOI: 10.1080/08912963.2021.1984447)
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