
In un articolo apparso sul sito del Massachusetts Institute of Technology si cita la creazione di un nuovo dispositivo funzionante ad energia solare in grado di estrarre l’acqua dall’aria del deserto, notoriamente molto secca, con livelli di umidità spesso anche inferiori al 10%. La caratteristica principale di questo nuovo dispositivo non verte dunque sulla eccezionalità o unicità della tecnologia (sistemi per condensare l’acqua dall’umidità dell’aria esistono già) ma è insita proprio nel fatto che riesce a farlo con livelli di umidità tanto bassi e con un’aria così secca da poter affermare che praticamente l’acqua non esiste.
Si tratta di un sistema che potrebbe garantire la sopravvivenza anche in quei luoghi così asciutti e così aridi da mettere a dura prova anche quegli organismi evolutisi per sopperire alla quasi totale mancanza di acqua.
Lo studio, pubblicato su Nature Communications, descrive un dispositivo che si basa su materiali mai utilizzati prima per dispositivi del genere, ossia strutture in metallo organico (metal-organic frameworks, MOF) capaci di estrarre acqua potabile anche dagli ambienti più secchi del deserto, con livelli di umidità inferiore a 10%.
Il dispositivo viene alimentato esclusivamente con la luce del sole e attualmente è stato prodotto un prototipo che ha già funzionato durante i primi test svolti su un tetto dell’Arizona State University.
Il prototipo per il momento riesce a produrre solo qualche millilitro di acqua, tuttavia gli stessi ricercatori sono convinti che è possibile migliorare ancora il dispositivo per ottenere un quantitativi di acqua tre volte superiori a quello attuale.
Inoltre questo sistema, rispetto a quelli più “classici” che richiedono pompe e vari altri accessori come ad esempio compressori, si rivela praticamente “passivo” ed ha bisogno solo della luce solare per funzionare.