
Una nuova tecnologia che crea elettricità dall’umidità presente nell’aria è stata creata da un gruppo di scienziati dell’Università del Massachusetts di Amherst.
Non è la prima tecnologia in assoluto che ha alla base un concept del genere ma il nuovo studio, pubblicato su Nature è basato su uno nuovo metodo che vede un approccio biologico dato che il dispositivo utilizza nanofili proteici di un nuovo ceppo microbico modificato in laboratorio.
Gli scienziati sono partiti da quello che già si sa sul genere di batteri Geobacter, un genere scoperto più di trent’anni fa e da allora studiato per la sua interessante capacità di manipolare/trasferire elettroni grazie a nanofili proteici con una conducibilità simile a quella del metallo.
I ricercatori hanno trasformato i batteri Escherichia coli in una sorta di “fabbrica” di nanofili proteici, come spiega Jun Yao, ingegnere elettrico di uno dei creatori del dispositivo che gli stessi ricercatori hanno denominato “Air-gen”.
Il dispositivo è fatto da una sottile pellicola di nanofili proteici con uno spessore inferiore a 10 micron. La sua parte inferiore è poggiata su un elettrodo mentre un altro retro più piccolo e situato sulla parte superiore.
La pellicola non fa altro che assorbire il vapore acqueo presente nell’atmosfera e a quel punto si attiva una combinazione di conducibilità elettrica e chimica, combinazione che crea una piccola corrente tra i due elettrodi.
Attualmente il dispositivo può generare corrente necessaria solo per piccoli componenti elettronici ma i ricercatori sono sicuri che con prossimi “upgrade” lo stesso dispositivo potrebbe arrivare ad alimentare dispositivi un po’ più grandi come quelli elettronici indossabili, ad esempio tutti quei dispositivi per monitorare la salute, il movimento o l’attività fisica.
L’obiettivo gli stessi ricercatori, come spiega lo stesso Yao, è realizzare questi nanofili proteici su larga scala affinché il dispositivo possa essere utilizzato praticamente in ogni ambito in cui c’è bisogno di corrente elettrica e in cui i dispositivi che la generano non devono essere invadenti o ingombranti.
Lo stesso scienziato fa un esempio giusto per farci comprendere l’ampio ventaglio di possibili utilizzi di un dispositivo del genere: potrebbe essere incorporato nella vernice dei muri di casa per alimentare i dispositivi quest’ultima.