
È un nuovo dispositivo per prevedere le crisi epilettiche che si serve di algoritmi di apprendimento automatico proprietari quello sviluppato da un team di ricercatori dell’Università Ben-Gurion del Negev, come riferito in un comunicato pubblicato sul sito della stessa università israeliana. Il dispositivo genera un avviso nel caso un attacco epilettico stia per arrivare, avviso che viene prodotto su uno smartphone fino ad un’ora prima dell’attacco stesso.
Si tratta di un sistema informatico proprietario che è stato concesso in licenza affinché possa essere ulteriormente sviluppato alla NeuroHelp, una start-up fondata da BGN Technologies.
Le crisi epilettiche sono una delle caratteristiche più pervasive e debilitanti dell’epilessia, una malattia neurale, soprattutto in quei casi in cui i pazienti non rispondono in maniera adeguata ai farmaci e alle terapie. Improvvise crisi epilettiche possono infatti abbassare il livello di qualità della vita e quindi poterle prevedere, anche con qualche minuto di anticipo, potrebbe essere un passo avanti enorme.
Ecco perché molti scienziati e studi di ingegneria biomedica in tutto il mondo stanno cercando di creare nuovi metodi o dispositivi proprio per prevedere le crisi epilettiche.
In questo caso i ricercatori hanno sviluppato Epiness, un dispositivo che prevede e rileva le crisi in base al monitoraggio dell’attività cerebrale. Questo monitoraggio avviene tramite algoritmi di apprendimento automatico mentre il rilevamento fisico dell’attività del cervello avviene tramite un dispositivo indossabile con tanto di elettroencefalogramma in versione “mini”.
Grazie al software sviluppato dagli esperti, questo dispositivo può servirsi di un numero di elettrodi più basso rispetto agli elettroencefalogrammi tradizionali. Quello che fanno i complessi algoritmi è soprattutto filtrare il “rumore di fondo”, ossia tutto quello che non è correlato all’attività cerebrale.
“Epiness è unico in quanto può prevedere una crisi imminente e consentire ai pazienti e ai loro assistenti di prendere azioni precauzionali e prevenzione degli infortuni. È anche l’unico dispositivo che si basa sull’attività cerebrale piuttosto che sui movimenti muscolari o sulla frequenza cardiaca”, spiega Hadar Ron, presidente di NeuroHelp.