
Un dispositivo elettronico portatile, relativamente economico, che invia avvisi wireless agli smartphone quando rileva cibo avariato. È questo il risultato è giunta una squadra di ricerca dell’Università del Texas ad Austin.
Rilevare il cibo avariato è un’azione che può risultare abbastanza difficile in certi contesti e con certi alimenti che non mostrano molti segni di deperimento. Di solito ci si affida all’odore o alla vista ma i risultati non sempre ci convincono.
E non si tratta di qualcosa da prendere sotto gamba: le malattie causate da alimenti colpiscono oggi 48 milioni di persone sono negli Stati Uniti e provocano oltre 3000 morti.
Questo piccolo sensore rileva il gas emesso dall’alimento e vanta una sensibilità molto elevata in particolare alle ammine biogene, composti azotati e principali responsabili dell’odore particolare di un cibo avariato.
Dopo aver realizzato questo speciale sensore, i ricercatori hanno provato ad incorporarlo in un tag “near-field communication” (NFC) ed hanno eseguito l’esperimento di rilevamento appoggiando il sensore accanto a della carne avariata, precedentemente lasciata per diverse ore ad una temperatura di 30°.
Il sensore ha rilevato le ammine biogeniche e, tramite l’apposito tag NFC, ha inviato l’avviso ad uno smartphone situato alla portata wireless del dispositivo.
Proprio per la compattezza del sensore e del relativo tag, si tratta di un dispositivo che potrebbe essere usato quotidianamente anche a casa (d’altronde c’è bisogno di solo di uno smartphone o di un tablet per ricevere l’avviso oltre allo stesso dispositivo).
Come rileva però Lona Sandon, esperta di sicurezza alimentare dell’Università del Texas, il problema che potrebbe sorgere con questa tipologia di dispositivo è relativo a quanto questo sensore possa risultare sensibile: se rileva gas ad un livello troppo basso, si finirà per gettare via del cibo ancora commestibile, andando ad ingrandire un altro grande problema di oggi, quello dello spreco del cibo.