Uno nuovo modo per trattare l’emicrania è in corso di sviluppo da parte del neurologo Umer Najib della West Virginia University. Nel comunicato stampa che presenta lo studio si parla della neuromodulazione come di un “modo per manipolare il sistema di dolore centrale applicando impulsi elettrici o magnetici a specifici nervi o aree del cervello”, come spiega lo stesso Najib.
Grazie ad un dispositivo della grandezza di un cellulare, è possibile infatti stimolare il nervo vago. Quest’ultimo è un nervo che attraversa varie aree partendo dal cranio e attraversando il viso, il torace e l’addome.
Non si tratta della prima volta che si prova a stimolare il nervo vago ma gli approcci tentati in precedenza, soprattutto nei confronti di pazienti epilettici, hanno sempre visto l’utilizzo di un dispositivo impiantato.
Il nuovo dispositivo, invece, non risulta invasivo anche perché funziona in modo diverso. Si appoggia sul collo e stimola il nervo vago in modo da influenzare specifiche aree del tronco encefalico coinvolte nel processo dell’emicrania.
Secondo il ricercatore possibile interrompere un attacco di emicrania in corso oppure, se utilizzato tre volte al giorno ogni giorno, potrebbe prevenire lo stesso attacco di emicrania.
I ricercatori hanno già svolto studi sugli animali ottenendo risultati più incoraggianti e ora stanno effettuando anche delle prove su partecipanti umani nel corso di una sperimentazione che durerà sei mesi. I partecipanti dovranno applicare lo stimolatore nervoso sul collo per due minuti e per tre volte al giorno.
Nel caso il dispositivo si rivelasse utile allo stesso modo anche sugli esseri umani, potrebbe trattarsi di un nuovo approccio alternativo ai farmaci triptani che non possono essere assunti da molte persone e che comunque in alcuni casi possono avere degli effetti collaterali.