DNA sintetico con 4 lettere aggiuntive creato per la prima volta da scienziati: sarà utile per scoprire vita extraterrestre

Il DNA sintetico ricreato dai ricercatori denominato hachimoji (credito: Indiana University School of Medicine)

Una sorta di DNA sintetico che vede otto lettere al posto di quattro è stato realizzato da un gruppo di ricercatori della Foundation for Applied Molecular Evolution, uno studio tra l’altro finanziato anche dalla NASA.
Il nuovo DNA, denominato DNA hachimoji (una parola a giapponese che sta a indicare appunto “otto lettere”) include infatti due nuove coppie che sono state aggiunte alle esistenti adenina (A) in coppia con timina (T) e guanina (G) con citosina (C) .

Si tratta di un lavoro che, oltre ad espandere la comprensione degli stessi ricercatori sulle varie tipologie di molecole che possono lavorare nel DNA, potrebbe rivelarsi utile soprattutto per capire come potrebbe apparire e come potrebbe evolversi la vita extraterrestre su altri pianeti, come riferito da Steven Benner, uno dei chimici e ricercatori impegnati nel progetto.
I quattro nucleotidi aggiunti a quelli già presenti nella vita terrestre imitano infatti le strutture di questi ultimi innestandosi nella doppia elica ed essendo in grado di memorizzare e trasferire le informazioni.

Non per nulla lo studio è stato finanziato anche dalla NASA e alla ricerca ha partecipato anche Mary Voytek, astrobiologo che lavora proprio presso la NASA, Ed altri ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, dell’università dell’indiana a Indianapolis e di DNA Software, un’azienda privata.

Il problema principale nel cercare la vita extraterrestre infatti è sempre lo stesso: è più o meno uguale alla vita come la conosciamo oppure vanta caratteristiche che non sapremmo neanche riconoscere? Non si tratta di una domanda banale dato che non sappiamo nemmeno definire con sicurezza cosa sia la vita, figuriamoci poterla identificare con certezza da migliaia di anni luce di distanza.
Discorso diverso è, naturalmente, per la vita intelligente: quest’ultima potrebbe essere individuata tramite segnali artificiali creati proprio dalla vita stessa, ad esempio segnali radio per comunicare.

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