
I rischi di aborto spontaneo aumentano per quelle donne che effettuano turni lavorativi notturni secondo uno studio di coorte apparso su Occupational & Environmental Medicine.
Gli autori della ricerca hanno analizzato 22.744 donne incinte che lavorano principalmente negli ospedali e nelle strutture pubbliche della Danimarca.
Analizzando i dati relativi alle nascite e quelli relativi ai ricoveri ospedalieri per aborto, i ricercatori sono giunti alla conclusione che l’aborto spontaneo che avviene tra la quarta e la 22ª settimana di gravidanza potrebbe essere influenzato proprio dal lavoro notturno.
Le donne che avevano effettuato, infatti, due o più turni notturni una settimana presentavano un rischio di aborto spontaneo maggiore del 32% rispetto alle donne che non avevano lavorato in turni notturni. Questa associazione risultava più forte dopo l’ottava settimana di gravidanza.
Come al solito avvertiamo che si tratta di uno studio osservazione che si basa su dati statistici e che non può presentare una causa diretta tra il lavoro notturno e gli aborti spontanei anche perché i dati, detta degli stessi ricercatori, sono incompleti (ad esempio sono riferibili ad un solo paese e ad una sola tipologia di attività lavorativa).
Tra le cause possibili di questo collegamento, i ricercatori hanno analizzato anche il fatto che di notte le donne che lavorano sono esposte maggiormente alla luce e ciò può interrompere il loro ritmo circadiano cosa che a sua volta fa rilasciare un quantitativo minore di melatonina.
Quest’ultima è una sostanza che ha già dimostrato in passato, in altre ricerche, di essere importante per lo sviluppo del feto e per una gravidanza di successo.