
Quelle donne che hanno una pressione più alta mostrano probabilità più grandi di mettere al mondo bambini con cuori la cui forma risulta leggermente diversa dal normale secondo un nuovo studio apparso sul Journal of American Heart Association e secondo il relativo comunicato stampa che presenta la pubblicazione della ricerca.
Già studi in precedenza avevano mostrato che i bambini prematuri e quei bambini con un peso più basso alla nascita avevano probabilità maggiori di avere un cuore con una forma diversa dal normale ma questa nuova ricerca esamina l’esperienza prenatale.
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato 134 madri e i loro bambini nati dopo 37 settimane di gravidanza. Del gruppo delle madri, 54 avevano una pressione sanguigna normale mentre 80 erano state diagnosticate di pre-eclampsia oppure di ipertensione indotta dalla gravidanza. I ricercatori misuravano anche il cuore dei neonati dal momento della nascita fino ai tre mesi di età tramite l’ecocardiogramma.
I ricercatori notavano che alla nascita i bambini delle madri con una pressione più alta mostravano una differenza nella dimensione del ventricolo destro del cuore mentre, a tre mesi di età, le pareti del cuore si mostravano più spesse.
“Questi risultati suggeriscono che i bambini nati da madri con ipertensione in gravidanza hanno differenze nel cuore sin dalle prime fasi dello sviluppo”, spiega Paul Leeson, professore di medicina dell’Università di Oxford e ricercatore che ha guidato lo studio il quale sottolinea che queste deformazioni legate al cuore possono poi influire anche in età più avanzata per quanto riguarda la funzione cardiaca o anche il rischio di sviluppare una pressione alta.
“È molto difficile sapere se i cambiamenti che abbiamo visto sono causati direttamente dai più alti livelli di pressione sanguigna durante la gravidanza o, per qualche ragione, hanno più probabilità di verificarsi in famiglie a rischio di ipertensione in gravidanza”, spiega ancora Leeson lasciando intendere che si tratta in ogni caso di uno studio osservazionale in cui è difficile stabilire cause dirette.
Inoltre le osservazioni sono state fatte solo durante i primi mesi di vita dei bambini e quindi non è dato sapere se questi cambiamenti persistano davvero per tutta la vita e possano essere collegati a patologie a lungo termine. Infine anche il numero dei partecipanti era relativamente piccolo e la tecnologia utilizzata, quella dell’ecocardiogramma, è caratterizzata comunque da dei limiti tecnologici. In ogni caso i risultati e il collegamento che mostrano rappresentano comunque una scoperta molto interessante.