
Tramite i dati contenuti in uno studio di coorte relativo a più di 26.000 donne britanniche di mezza età, un team di ricercatori dell’Università di Leeds giunge alla conclusione che le donne che portano avanti una dieta vegetariana mostrano un rischio più alto di frattura dell’anca, di circa il 33%.[1] Lo studio è stato pubblicato su BMC Medicine.[2]
Le donne prese in esame avevano tutte un’età compresa tra i 35 e i 69 anni. I ricercatori hanno confrontato i rischi di frattura dell’anca tra i soggetti mangiatori di carne occasionali, i soggetti pescatari (i soggetti che non mangiano carne ma mangiano comunque pesce) e i soggetti vegetariani (che non mangiano nè carne nè pesce).
James Webster, ricercatore della School of Food Science and Nutrition di Leeds, spiega comunque che le stesse diete vegetariane possono cambiare molto e possono essere sane oppure malsane, similmente alle diete che includono la carne. Tuttavia lo stesso ricercatore spiega che è preoccupante l’apporto troppo basso di nutrienti collegati alla salute delle ossa e dei muscoli che può caratterizzare spesso le diete vegetariane. Questi nutrienti, infatti, si trovano più spesso nelle carni di origine animale piuttosto che negli alimenti di origine vegetale. Tra di essi ci sono le proteine e il calcio oltre a vari altri micronutrienti importanti.[1]
Secondo i ricercatori assumere livelli troppo bassi di questi nutrienti può causare una densità minerale ossea nonché una massa muscolare troppo basse e ciò può rendere le persone più suscettibili rischio di frattura dell’anca. Gli stessi ricercatori credono che debbano essere fatte ulteriori ricerche su questo collegamento.[1]
Le fratture dell’anca sono maggiormente comuni nelle donne anziane e, come riferiscono i ricercatori nello studio, stanno diventando sempre più diffuse in tutto il mondo a causa della durata media della vita che si allunga sempre di più. Le fratture dell’anca sono collegate a costi sociali ed economici ragguardevoli. Le stime parlano di un 5% della popolazione statunitense, di un 3% della popolazione britannica e di un 30% della popolazione indiana rappresentati da soggetti che seguono diete vegetariane ma lo stesso numero di vegetariani in tutto il mondo è in aumento.[2]