
Gli scienziati hanno scoperto tantissime specie di esseri viventi ma sono ancora tante, forse ancora di più, quelle ancora da scoprire. Quindi dove andare a cercare per scoprire quelle che ancora non conosciamo e come possiamo fare per scoprirle prima che si estinguino, eventualità ha fatto da non escludere visto il riscaldamento globale e in generale i cambiamenti climatici in corso? Proprio per rispondere a questa domanda, Mario Moura, ora professore presso l’Università Federale di Paraiba, ha realizzato un nuovo studio in cui ha creato una sorta di “mappa” delle specie ancora sconosciute in modo da aiutare scienziati i ricercatori a capire dove cercare.
Il nuovo studio è apparso su Nature Ecology & Evolution.[2] I ricercatori hanno anche realizzato una mappa on-line interattiva delle zone a maggiore probabilità di nuove scoperte.[3]
“Le specie conosciute sono le ‘unità di lavoro’in molti approcci di conservazione, quindi le specie sconosciute sono solitamente escluse dalla pianificazione, gestione e processo decisionale della conservazione”, spiega lo stesso Moura. “Trovare i pezzi mancanti del puzzle della biodiversità della Terra è quindi fondamentale per migliorare la conservazione della biodiversità in tutto il mondo”.[2]
Analizzando vari set di dati relativi a 32.000 vertebrati terrestri conosciuti, il ricercatore, con l’aiuto del collega Walter Jetz, professore di ecologia e biologia evolutiva a Yale, ha identificato le specie ancora sconosciute, appartenenti ai quattro gruppi principali di vertebrati, che hanno più probabilità di essere scoperte estrapolando anche informazioni relative alle località dove potrebbero essere individuate.[1]
Nello specifico le maggiori opportunità solo quelle riguardanti anfibi e rettili nelle foreste neotropicali e indo-malesi con Brasile, Colombia, Indonesia e Madagascar tra i paesi caratterizzati dalla probabilità maggiore di nuove scoperte.[2]
Secondo il comunicato apparso sul sito dell’Università di Yale, comunicato che presenta lo studio, le specie da scoprire sono in ogni caso ancora tantissime: secondo alcune stime, considerate addirittura come “prudenti”, sarebbero state scoperte solo il 10-20% delle specie attualmente esistenti sulla Terra. [1] Una “mappa” del genere potrebbe essere d’aiuto, dunque, per i ricercatori onde scoprire nuove specie animali e quindi potrebbe parallelamente favorire la conservazione della stessa biodiversità nel globo.