
Uno dei più grandi misteri del cosmo riguarda i buchi neri supermassicci, oggetti estremi che diventano grandissimi grazie al fatto che “divorano” tutto ciò che c’è intorno, dalle stelle ai pianeti. Secondo quanto hanno osservato gli astronomi, però, questi buchi neri esistono sin da quando l’universo era molto giovane, ossia da quando era passato solo un miliardo di anni dopo il big bang.
Come hanno fatto questi buchi neri a diventare così grandi dato che, facendo i dovuti calcoli, sostanzialmente non ne hanno avuto il tempo?
Un nuovo studio potrebbe essere un passo avanti verso la risoluzione dell’enigma. I ricercatori, guidati Violette Impellizzeri del National Radio Astronomy Observatory (NRAO), hanno osservato il buco nero supermassiccio all’interno della galassia NGC 1068, conosciuta anche come Messier 77, una galassia a spirale distante da noi circa 47 milioni di anni luce.
Al centro di questa classe, infatti, vi è un cosiddetto “nucleo galattico attivo”, sostanzialmente un buco nero supermassiccio che inghiotte continuamente materia e che vanta tutt’intorno un disco di accrescimento composto dal materiale stesso che risucchia.
Già una precedente ricerca aveva dimostrato che questo buco nero non si limita ad inghiottire il materiale ma emette anche forti raffiche di gas ad una velocità che può arrivare fino a 500 km al secondo. Utilizzando l’obiettivo del telescopio ALMA in Cile i ricercatori hanno osservato con attenzione il gas intorno al buco nero ed hanno individuato due dischi controrotanti di gas.
Uno, quello interno, è grande 2-4 anni luce e ruota nella stessa direzione della rotazione della galassia. L’altro, quello esterno, è grande fino a 22 anni luce e ruota nella direzione opposta.
Si è trattato di qualcosa di inaspettato per gli stessi astronomi dato che il gas e i materiali che vengono attratti dalbuco nero o che comunque ruotano intorno ad esso nel disco di accrescimento girano di solito in una sola direzione. Quando non girano in questo modo e c’è un elemento “controrotante”vuol dire che la stessa controrotazione è causata dall’interazione con un’altra galassia ma non sembra essere il caso di NGC 1068, dove il fenomeno si sviluppa su una scala molto più piccola, qualche decina di anni luce.
Secondo gli astronomi, dunque, questo gas controrotante potrebbe essere stato causato da nuvole di gas o una piccola galassia che è passata vicino e che è stata catturata dal disco.
In ogni caso il disco esterno comincerà a toccare quello interno, cosa che potrebbe accadere già fra qualche centinaia di migliaia di anni. Questo provocherà un violento scontro, considerando che ruotano in direzioni diverse, e un collasso di entrambi i dischi, un evento che risulta molto luminoso ma che potranno osservare solo i nostri lontani antenati.
Questo studio potrà forse rivelarsi molto utile per capire le evoluzioni dei flussi di gas intorno ai buchi neri supermassicci e magari spiegare anche la formazione di quelli più antichi.
Approfondimenti
- Counter-rotation and High-velocity Outflow in the Parsec-scale Molecular Torus of NGC 1068 – IOPscience (IA) (DOI: 10.3847/2041-8213/ab3c64)