
Alcuni trattamenti farmacologici combinati risulterebbero promettenti per il virus della COVID-19, almeno per quanto riguarda i test che i ricercatori hanno condotto su colture cellulari in laboratorio.
Gli stessi ricercatori lasciano intendere che sarebbe d’uopo svolgere test clinici per verificarne l’adeguatezza anche per quanto riguarda gli effetti sugli esseri umani.
I ricercatori dell’Università norvegese della scienza e della tecnologia hanno svolto esperimenti individuando soprattutto una combinazione di due farmaci che, secondo quanto riferiscono nel comunicato stampa, sarebbe risultata molto efficace.
Due farmaci antivirali, nelfinar e amodiaquina, quando combinati, sembrano mostrare infatti un effetto più forte delle colture cellulari infette da SARS-CoV-2 mostrando la massima sinergia tra le combinazioni provate dai ricercatori.
Secondo questi ultimi, la combinazione di questi due farmaci nelle colture cellulari inibisce l’infezione da virus SARS-CoV-2.
Contemporaneamente i ricercatori hanno anche scoperto che un’altra tipologia di trattamento non farmacologico, quello basato su plasma carico di anticorpi proveniente da pazienti guariti, sembra funzionare solo se il donatore è guarito da COVID-19 recentemente.
“Ciò significa che se si preleva sangue da pazienti che si sono ripresi da COVID-19 dopo 2 mesi dalla diagnosi della malattia e si trasfonde il loro plasma/siero a pazienti gravemente malati, potrebbe non essere utile”, spiega Svein Arne Nordbø, professore del Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare ed uno degli autori dello studio pubblicato su Viruses.
Approfondimenti
- Combination drug treatments for COVID-19 show promise in cell culture tests (IA)
- Viruses | Free Full-Text | Potential Antiviral Options against SARS-CoV-2 Infection (IA) (DOI: 10.3390/v12060642)