
La conferma di quelli che possono essere considerati come importanti danni strutturali dei due principali ghiacciai antartici arriva da un nuovo studio pubblicato su PNAS. Secondo i ricercatori il ghiacciaio Pine Island e il ghiacciaio Thwaites presentano importanti danni strutturali che rivelano l’indebolimento della piattaforma, danni che si sarebbero evoluti molto velocemente degli ultimi anni.
La conferma arriva da immagini di vari satelliti che preoccupano gli scienziati riguardo al rischio di un collasso che potrebbe avvenire già nei prossimi decenni. Uno collasso di questi due importanti ed estesi ghiacciai potrebbe portare ad una reazione a catena che coinvolgerebbe poi l’intera calotta glaciale dell’antartico occidentale.
I ghiacciai di questa regione che si staccano definitivamente dalla calotta rappresentano il contributo più grande da parte dell’Antartide all’innalzamento del livello globale del mare. Secondo quanto rileva il comunicato stampa apparso sul sito dell’Earth Institute della Columbia University, questi ghiacciai dovrebbero essere i primi a rispondere ai cambiamenti climatici, cosa confermata dall’antropologa ambientale Jessica O’Reilly dell’Università dell’indiana.
Gli scienziati prevedono che una volta che questi due ghiacciai collasseranno, potrebbero innescare un livello di disintegrazione su larga scala della calotta glaciale dell’intero antartico occidentale. Si tratta di una regione che contiene un quantitativo di ghiaccio così grande che da sola potrebbe aumentare il livello globale del mare di circa tre metri.
I danni individuati dai satelliti riguardano la zona di taglio dei due ghiacciai, un’area in cui i ghiacciai stessi incontra una piattaforma di ghiaccio. Da diversi anni il ghiaccio di questa area si sta rompendo e il fenomeno sta formando una serie di crepacci paralleli, cosa che accelererà ancora di più la lacerazione del ghiaccio. Contemporaneamente i ghiacciai stanno aumentando la propria velocità di discesa cosa che sta favorendo ancora ulteriori tagli e fratture. A questo si aggiunge un fenomeno che porta le acque oceaniche più calde nel Mare di Amundsen, cosa che sta ulteriormente sciogliendo le piattaforme di ghiaccio dal basso.
“Ad un certo punto potremmo raggiungere un punto di non ritorno, dove il collasso sarà inarrestabile. Una volta rimosse le piattaforme di ghiaccio, non c’è modo di fermare la perdita di massa dell’Antartide”, spiega Bert Wouters, un altro degli autori dello studio.
Approfondimenti
- Damage accelerates ice shelf instability and mass loss in Amundsen Sea Embayment | PNAS (IA) (DOI: 10.1073/pnas.1912890117)
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