
Due terzi dei camionisti australiani risultano obesi secondo un nuovo studio condotto da Marguerite Sendall, ricercatrice dell’Università di tecnologica del Queensland.
La ricercatrice ha eseguito un sondaggio su 231 camionisti con un’età compresa tra 20 e 71 anni giungendo a risultati forse neanche tanto inaspettati considerando che le modalità di lavoro dei camionisti prevedono che debbano stare per lunghi periodi seduti e debbano sottostare ad orari lavorativi irregolare e spesso a scadenze ravvicinate da rispettare, cosa che provoca evidentemente livelli di stress più alti.
La stessa ricercatrice sottolinea inoltre che i camionisti sono più soggetti, rispetto ad altre categorie di lavoratori, a mangiare cibi non troppo benefici: “Hanno un accesso limitato a opzioni alimentari sane o attività fisica e sono quindi considerati a maggior rischio di patologie potenzialmente letali come malattie cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di cancro”.
Anche i messaggi e in generale la comunicazione per l’attività di prevenzione raggiunge più difficilmente questa categoria di persone in quanto sono un gruppo altamente mobile e sempre difficile da raggiungere con i metodi comunicativi tradizionali.
A tal scopo gli stessi ricercatori sottolineano l’importanza dei nuovi media, sostanzialmente di Internet che può invece essere utilizzato dagli stessi camionisti tramite i dispositivi mobili, per promuovere la loro salute.