Il detentore del trono per il supercomputer più veloce al mondo cambia ancora. Il supercomputer Summit degli Stati Uniti, il più veloce del globo negli ultimi due anni, deve infatti cedere lo scettro al giapponese Fugaku.
Nel corso degli stress test, questo nuovo supercomputer ha fatto segnare 416 petaflop di potenza di calcolo, limite raggiunto tramite un benchmark High Performance Linpack (HPL).
In termini più semplici, questo nuovo supercomputer giapponese può eseguire una semplice operazione matematica 415 quadrilioni di volte al secondo. Per eseguire lo stesso numero di calcoli utilizzando degli esseri umani, ci sarebbe bisogno di ogni singola persona sulla Terra, compresi i neonati, che completino un calcolo ogni secondo per 20 mesi di seguito senza alcuna interruzione, neanche per dormire o per andare in bagno.
Non è la prima volta che il Giappone può vantare un proprio supercomputer al primo posto tra quelli più potenti al mondo. Già nel 2011, infatti, il supercomputer K aveva conquistato il trono più ambito.
Tra le particolarità più interessanti di Fugaku il fatto che per eseguire calcoli non si serve anche di unità di elaborazione grafica, come invece fanno molti concorrenti, e il fatto che utilizza processori Arm.
Questo supercomputer, secondo i ricercatori, si rivelerà particolarmente utile per l’applicazione delle tecniche di apprendimento automatico e in generale per l’intelligenza artificiale.
Lo stesso apprendimento automatico rappresenta oggi la nuova frontiera per tutte le grandi aziende del settore con algoritmi che hanno dimensioni sempre più grandi, con database di dati sempre più corposi e abnormi e con numeri di parametri che si possono contare in decine di miliardi. Questo significa che ci sarà bisogno di un quantitativo sempre maggiore di potenza di calcolo e che quindi il comparto di supercomputer rappresenta ancora un settore molto competitivo.