È ora di passare a una settimana lavorativa di quattro giorni secondo due studiosi

Durante la riunione del forum economico mondiale a Davos due esperti, Adam Grant, psicologo della Wharton School in Pennsylvania, e Rutger Bregman, economista e storico, hanno espresso le proprie considerazioni riguardo alla settimana lavorativa.
Secondo i due, si avrebbero una serie di benefici sia per i lavoratori che per i datori di lavoro se il lavoratore potesse lavorare di meno. Ritorna dunque la proposta, che già era stata fatta in passato, riguardo al ridurre la settimana lavorativa facendola diventare di quattro giorni (con tre giorni di weekend).

Secondo Grant ci sono già in corso vari esperimenti che dimostrano che una volta ridotto il numero di ore di lavoro, i dipendenti sono maggiormente in grado di focalizzare la loro attenzione aumentando dunque la produttività. Inoltre chi lavora di meno diventa anche più fedele al suo datore di lavoro.
Secondo Bregman istituire per legge una settimana di lavoro da quattro giorni non sarebbe una novità così assoluta o radicale: “Per decenni, tutti i maggiori economisti, filosofi, sociologi, tutti hanno creduto, fino agli anni ’70, che avremmo lavorato sempre meno”.

Inoltre già negli anni 20 e negli anni 30 diversi imprenditori, facenti anche parte del mondo capitalista come quello statunitense, scoprirono che abbreviando la settima lavorativa i dipendenti diventano più produttivi.
Questa posizione è stata anche supportata da diverse ricerche accademiche e dai dati forniti dall’OCSE secondo cui in quei paesi dove vige una cultura lavorativa fatta di giornate e settimane lunghe si ottengono risultati mediocri in quanto a produttività e Pil.

Fonti e approfondimenti

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