È possibile “disimparare” il dolore con un nuovo trattamento psicologico

Credito: rooy33, Pixabay, 5318474

Un nuovo trattamento psicologico viene descritto in uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry[2] e nel relativo comunicato dell’Università del Colorado a Boulder.[1]
I ricercatori hanno sottoposto vari pazienti che soffrivano di mal di schiena cronico ad un nuovo trattamento psicologico della durata di quattro settimane denominato Pain Reprocessing Therapy (PRT), traducibile con “terapia di rielaborazione del dolore”.[1]

Anche un trattamento psicologico può fornire sollievo duraturo

A seguito del trattamento due terzi dei pazienti riferivano di non provare più il dolore o quasi mentre la maggior parte di essi riferiva di provare sollievo fino ad un anno dalla fine dello stesso trattamento.
Secondo il comunicato si tratta di una prova “evidente” che anche un trattamento psicologico può fornire sollievo duraturo per il dolore cronico.[1]

È possibile “disimparare” il dolore

Come spiega Yoni Ashar, uno dei ricercatori impegnati nello studio, per molto tempo, forse per troppo, si è pensato che il dolore cronico dipendesse solo da problemi fisici reali. E infatti gran parte dei trattamenti si basa ancora su questa convinzione. Lo studio realizzato dal ricercatore e dai colleghi è invece basato sull’assunto secondo cui il cervello può in effetti generare la sensazione di dolore anche quando non ci sono lesioni oppure dopo che la stessa lesione o fonte del dolore è guarita. Questo mostra, sua volta, che è possibile “disimparare” il dolore con metodi che funzionano.[1]

Percorsi neurali possono non funzionare bene

Il mal di schiena, di per sé, è una sorta di “dolore primario”: in diversi casi i medici non possono individuare una chiara fonte corporea del dolore stesso, ad esempio un danno ai tessuti. Ciò è da spiegare nel fatto che a volte i percorsi neurali possono non funzionare bene: un’area del cervello può essere caratterizzata da reti neurali che reagiscono in maniera eccessiva anche ad uno stimolo lieve.
Si tratta di una sorta di “falso allarme” bloccato nella posizione ‘on’, come spiega Ashar.[1]

La soluzione potrebbe risiedere nel cervello

La Pain Reprocessing Therapy è stata sviluppata dallo psicologo del dolore Alan Gordon di si basa sull’educare il paziente sul ruolo del cervello per quanto riguarda il dolore cronico. Lo si fa aiutandoli a rivalutare la sensazione di dolore quando sono impegnati in movimenti che di solito hanno paura di fare. Inoltre li si aiuta ad affrontare quelle emozioni che di solito non fanno altro che aumentare il dolore.
“Questo non suggerisce che il tuo dolore non sia reale o che sia tutto nella tua testa. Ciò significa che se le cause sono nel cervello, in esso potrebbero esserci anche le soluzioni”, spiega Wager.[1]

Note e approfondimenti

  1. How therapy, not pills, can nix chronic pain and change the brain | CU Boulder Today | University of Colorado Boulder (IA)
  2. Effect of Pain Reprocessing Therapy vs Placebo and Usual Care for Patients With Chronic Back Pain: A Randomized Clinical Trial | Pain Medicine | JAMA Psychiatry | JAMA Network (IA) (DOI: :10.1001/jamapsychiatry.2021.2669)
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