E se l’universo fosse un ologramma? Scienziato dichiara di stare facendo progressi per dimostrarlo

Sul sito della Brandeis University, un’università privata degli Stati Uniti, è stato pubblicato un articolo riguardante il lavoro che sta conducendo il fisico Matthew Headrick. Headrick sta lavorando ad una delle teorie più interessanti per quanto riguarda la fisica teorica e la cosmologia, il principio olografico.
Questa ipotesi si basa sulla teoria delle stringhe e su una presunta proprietà della gravità quantistica secondo cui la descrizione di un volume di spazio può essere pensata come codificata su un confine di dimensione inferiore alla regione, preferibilmente un confine simile alla luce come un orizzonte gravitazionale.

È una teoria complicata ma che ha assunto notorietà negli ultimi anni anche grazie a vari documentari e articoli divulgativi sull’universo e sulla cosmologia che l’hanno analizzata perché presuppone un aspetto alquanto interessante della realtà.
In un senso più ampio, il principio olografico suggerisce infatti che l’intero universo può essere visto come un’informazione bidimensionale sull’orizzonte cosmologico, un’idea che porta a quella dietro agli ologrammi, una tecnologia che riproduce un’immagine tridimensionale. Secondo la teoria, infatti, l’universo potrebbe apparire come un’immagine tridimensionale proiettata su una superficie bidimensionale.

Secondo Headrick “La scoperta dell’entanglement olografico e delle sue generalizzazioni è stato uno degli sviluppi più eccitanti della fisica teorica di questo secolo fino ad oggi. Quali altri nuovi concetti sono in attesa di essere scoperti e quali altre connessioni inaspettate? Non vediamo l’ora di scoprirlo”.
Si tratta di dimostrare il principio olografico, uno dei tanti Santo Graal della fisica teorica e proprio per questo Headrick pensa di fare progressi studiando l’entanglement quantistico dei qubit, le unità di informazione base della meccanica quantistica. A tal proposito lo stesso scienziato dichiara anche: “Stiamo facendo progressi”.
Tuttavia l’impressione è che per dimostrare questo principio si possa arrivare a scoprire altre caratteristiche del cosmo stesso che, ad oggi, non riusciremo nemmeno ad immaginare.

Fonti e approfondimenti

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