È vero, i cani possono riconoscere l’odore del nuovo coronavirus

Uno dei cani usati nel corso degli esperimenti (credito: DOI: 10.1371/journal.pone.0243122, PLOS One)

Una nuova ricerca conferma che i cani possono fiutare anche la presenza di infezione da SARS-CoV-2 nei nostri corpi. Lo studio, condotto in Francia e in Libano, ha visto alcuni cani addestrati, nel corso della fase di addestramento durata poche settimane, riconoscere correttamente i campioni di sudore che erano stati prelevati da persone affette da COVID-19 rispetto ai campioni di sudore di persone non infette.

Nel corso del test i cani si mostravano capaci di riconoscere l’odore con una precisione compresa tra il 76 e il 100%. Si tratta di prove preliminari e nuovi studi più approfonditi andranno eseguiti ma questo studio conferma il fatto che prendere in considerazione l’utilizzo di cani per riconoscere in prima istanza chi può essere portatore del nuovo coronavirus non è assolutamente una follia.

Questi animali potrebbero essere utilizzati, per esempio, in quei luoghi molto affollati frequentati in cui eseguire tamponi non è possibile per motivi logistici o di tempo (anche perché i risultati degli stessi tamponi non arrivano di certo dopo pochi minuti). Parliamo di luoghi pubblici come aeroporti, stazioni, porti, eccetera, ossia luoghi pubblici dove le persone transitano di continuo e di solito lo fanno velocemente senza voler perdere troppo tempo.

Nello studio, pubblicato su PLOS One, i ricercatori segnalano che i cani da rilevamento possono individuare le persone positive alla COVID-19 annusando campioni di sudore ascellare, naturalmente previo addestramento nel riconoscimento di quello stesso odore.
Lo studio, che è stato condotto in due siti diversi, uno a Beirut e l’altro a Parigi, ha visto il reclutamento di sei cani da rilevamento che dovevano individuare pazienti positivi alla COVID-19 su un campione di 177 individui, la metà dei quali era effettivamente risultata positiva al nuovo coronavirus.

Dopo una fase di addestramento, durante la quale i cani venivano addestrati per riconoscere solo l’odore per i virus SARS-CoV-2, gli animali, nella fase di test vera e propria, mostravano risultati effettivamente impressionati. Lo studio, che comunque ha dei limiti intrinseci, mostra che i cani da rilevamento possono dunque rivelarsi molto utili e non per sostituire i test che si utilizzano oggi per individuare la COVID-19, primi fra tutti i tamponi, ma, essenzialmente, per sottoporre a screening in maniera rapida un gran numero di persone e, si spera, individuare quanti più positivi possibili nel corso di una prima “scrematura”.

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