Un’interessante scoperta è stata effettuata da un gruppo di ricercatori dell’Università della California, Los Angeles. I ricercatori hanno risposto ad una domanda di vecchia data che riguarda il sistema visivo dei mammiferi: perché i loro occhi, anche i nostri, non diminuiscono la propria sensibilità quando aumenta la luce, come in alcuni esseri viventi?
Tramite uno studio condotto sui topi i ricercatori hanno scoperto che è proprio una speciale molecola la responsabile. Questa molecola “ricicla” in maniera molto rapida i pigmenti visivi quando questi ultimi percepiscono la luce cambiandone la struttura.
Questa speciale molecola, denominata 11-cis-retinale, si trova all’interno degli occhi, per la precisione sia nei bastoncelli che nei coni.
Nel momento in cui è esposta alla luce, questa molecola cambia struttura e comincia a formare molecole tutto-trans-retiniche (all-trans-retinal molecules).
Queste molecole a loro volta attivano i segnali verso il sistema nervoso in modo che quest’ultimo possa interpretare le immagini. Per percepire di nuovo la luce, questo molecole si riconvertono nella loro forma originaria, ossia la 11-cis-retinica.
A permettere questo processo di conversione sono due molecole, la opsina RGR e la Rdh10.
Si tratta di un processo grazie al quale la forte luce diurna non ci “acceca” e riusciamo a vedere in maniera costante senza cali di visione, come ad esempio può avvenire quando in una stanza buia si accende all’improvviso una forte luce e ciò può provocare una temporanea cecità.
Si tratta di una scoperta fondamentale nella comprensione del sistema visivo umano.