
Tra 4000 e 5000 anni fa ci fu una “mega siccità” nel sud-est asiatico e questo intenso cambiamento climatico fu provocato dalla fine del cosiddetto “Sahara verde”, più tecnicamente noto come periodo umido africano, secondo un nuovo studio.
La regione oggi occupata dal deserto del Sahara, infatti, diverse migliaia di anni fa era popolata da una foresta di tipo tropicale e in generale da un’ampia vegetazione, oggi praticamente scomparsa in quanto il Sahara è diventato uno dei paesaggi più aridi della Terra.
Secondo un team di scienziati dell’Università della California a Irvine, dell’Università della Pennsylvania e della William Paterson University del New Jersey c’è un collegamento tra questi due cambiamenti che hanno letteralmente modificato i connotati di vaste aree terrestri.
Come spiega Kathleen Johnson, professoressa di scienza del sistema terrestre dell’UCI e una delle autrici dello studio, quest’ultimo fornisce una prova del legame tra la fine del Sahara verde e una più o meno improvvisa diminuzione dei monsoni nel sud-est asiatico durante il medio-tardo olocene.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato campioni di stalagmiti provenienti da varie caverne del Laos settentrionale. Hanno analizzato in particolare alcune proprietà geochimiche dell’ossigeno e degli isotopi del carbonio, del carbonio-14 e di vari metalli presenti in queste stalagmiti. Combinando questi dati con quelli di varie simulazioni climatiche, i ricercatori hanno trovato la connessione tra la scomparsa della vegetazione Sahara e un cambiamento brusco nel livello delle precipitazioni nel sud-est asiatico.
Secondo i ricercatori il minor numero di piante nel Sahara causò un aumento consistente della polvere nell’aria e ciò raffreddò l’oceano Indiano. Ciò apporto dei cambiamenti ad alcuni importanti fenomeni climatici collegati ai monsoni.
Questi ultimi diminuirono e diminuì dunque anche il livello di umidità, e dunque delle piogge, nel sud-est asiatico e ciò durò per più di 1000 anni.
Se la fine del “Sahara verde” portò al crollo di vari imperi, tra cui quello accadico della Mesopotamia, la conseguente lunga secca nel sud-est asiatico provocò la forte dell’urbanizzazione di varie aree dell’odierno Pakistan e dell’odierna India.
Questa lunga fase di siccità spiega anche quelli che gli archeologi chiamano “millenni mancanti” per quanto riguarda l’esigua quantità di prove archeologiche rinvenute nel sud-est asiatico tra 4000 e 6000 anni fa.
Probabilmente durante questa lunga fase secca ci furono intensi movimenti migratori: “Tutta la vita ha dovuto adattarsi a questo clima molto diverso. Da un punto di vista archeologico, questo è davvero un punto di svolta nel modo in cui cerchiamo di comprendere o ricostruire il periodo medio dell’Olocene”, spiega Joyce White, professore di antropologia dell’Università della Pennsylvania che ha partecipato allo studio.
Approfondimenti
- End of Green Sahara amplified mid- to late Holocene megadroughts in mainland Southeast Asia | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-020-17927-6)