
Con una nuova tecnica di elaborazione dei dati un team di ricercatori dell’Università di Aberdeen ha analizzato il sottosuolo del lato opposto della Luna. Le analisi hanno ribaltato una teoria espressa precedentemente secondo la quale, in quest’area, dovrebbe esistere solo un solo strato profondo. In realtà, come spiegano i ricercatori nello studio, esistono più strati che si trovano proprio sotto la superficie.
L’area analizzata dai ricercatori è quella dove è atterrato il rover cinese della missione Chang’E-4, il primo ad atterrare sul lato opposto della Luna. Si tratta di un’area del cratere Aitken, situato nei pressi del polo sud.
Proprio i dati acquisiti tramite il radar penetrante al suolo di questo rover avevano suggerito l’esistenza di un singolo strato sotto il suolo. Lo strumento, però, non ha potuto rilevare, dalle onde elettromagnetiche, la presenza di più strati a causa del fatto che tra uno strato e l’altro il confine è minimale.
I ricercatori dell’università scozzese hanno invece realizzato un nuovo metodo che analizza la forma delle firme radar delle rocce e dei massi che si trovano sotto il suolo. In questo modo sono riusciti a dedurre varie proprietà tra cui la presenza di più strati di regolite. In totale ne hanno rilevati quattro situati uno sopra l’altro fino a 12 m di profondità.
“Stiamo vivendo la nuova era d’oro dell’esplorazione spaziale con numerose missioni planetarie di successo e molte altre pianificate per il futuro”, spiega Iraklis Giannakis, ricercatore della School of Geosciences dell’Università di Aberdeen che ha guidato il team di studio. Secondo i ricercatori il metodo che lui e i suoi colleghi hanno utilizzato potrà essere usato anche per rilevare caratteristiche simili del sottosuolo di altri corpi planetari: “Questo sarà di grande importanza in termini di aumento della nostra comprensione dei suoli planetari, poiché ora possiamo vedere cosa si trova sotto la superficie in modo più dettagliato che mai”.