Morphing bidirezionale transitorio e reversibile: è la denominazione della tecnica che i ricercatori del Morphing Matter Lab della Carnegie Mellon University hanno usato per sviluppare un tipo di pasta che assume la sua forma finale solo una volta che comincia a cuocere nell’acqua. L’impasto di questa particolare pasta è fatto da minuscole scanalature con particolari schemi tramite i quali la stessa pasta, a contatto con l’acqua calda, può trasformarsi in varie forme: tubi, spirali, onde, eccetera.
E per ciò che concerne il sapore? Il comunicato relativo al nuovo studio[1] assicura che è simile a quello della pasta tradizionale così come la sensazione tattile che sia toccandola. Si tratta di un nuovo concept che apre possibilità nuove a tutto un settore dell’alimentazione. Ad esempio una pasta del genere potrebbe ridurre di moltissimo lo spazio dedicato agli imballaggi, allo stoccaggio e al trasporto e, in generale, ridurrebbe anche il tempo e l’energia che ci vogliono per la cottura.
Lining Yao, direttore del Morphing Matter Lab, uno degli autori dello studio, spiega che lui e il suo team sono stati ispirati dall’imballaggio che di solito si fa con i mobili: occupano molto meno spazio prima di essere montati, cosa che facilita di moltissimo lo stoccaggio e quindi tutto ciò che ne consegue, incluso il trasporto e quindi anche le emissioni di carbonio nell’ambiente.
Il meccanismo di morphing attuato dai ricercatori è descritto in dettaglio in un nuovo studio pubblicato su Science Advances.[2]
Il segreto sta tutto nel fatto che le suddette scanalature, impresse nella pasta inizialmente piatta, possono aumentare o diminuire il tempo necessario affinché l’acqua bollente cuocia quella determinata zona della pasta. Pianificando in maniera molto attenta e precisa la disposizione e la grandezza di queste scanalature è possibile alla fine controllare la forma che assume il pezzo di pasta una volta cotto.
Come spiega Teng Zhang, un professore della Syracuse University che sta partecipando al progetto, i lati delle scanalature tendono ad espandersi di meno dal lato liscio e ciò porta ad una trasformazione della forma del pezzo di pasta.
Si tratta di una tecnica che potrebbe essere utilizzata non solo con la pasta. I ricercatori hanno già fatto alcuni esperimenti e hanno mostrato che la stessa tecnica può essere usata, per esempio, anche con fogli di silicio. Potenzialmente la tecnica potrebbe essere usata appropriatamente anche nel settore della robotica morbida e dei dispositivi biomedici, come spiega Wen Wang, altro ricercatore impegnato nel progetto.[1]