Ecco perché è difficile intercettare i segnali radio degli alieni

Credito: zhengzaishuru, Shutterstock, ID: 2140385433

Uno dei metodi più utilizzati per tentare di intercettare la presenza di una civiltà aliena risiede nell’utilizzo dei radiotelescopi per cercare i segnali radio provenienti da civiltà sufficientemente avanzata a livello tecnologico. Tuttavia non è così semplice, come spiega un ricercatore e radioastronomo su The Conversation.

Con i radiotelescopi si possono cercare le “tecnofirme”

Con i radiotelescopi si possono cercare, sulla lunghezza d’onda radio, le cosiddette “tecnofirme”, sostanzialmente tracce di trasmissioni radio che indicherebbero, con un certo livello di sicurezza, la provenienza “artificiale”.
Tuttavia non abbiamo ancora acquisito alcun segnale fino ad ora e si teme che l’insuccesso possa protrarsi anche per decenni, se non per secoli. Ma perché è così difficile intercettare i segnali radio si viaggiano alla velocità della luce?

Abbiamo appena iniziato

Steven Tingay, un professore di radioastronomia dell’Università di Curtin, ha usato i radiotelescopi nel corso degli ultimi anni proprio per effettuare ricerche del genere, ossia individuare segni di civiltà tecnologiche provenienti dalla nostra galassia.
Il ricercatore fa notare quanto la nostra attività di ricerca radio sia solo agli inizi. Consideriamo che tutto il volume della via Lattea possa essere paragonato a quello di tutti gli oceani presenti sulla Terra. Ebbene, fino ad ora, considerando che usiamo i radiotelescopi per cercare segnali alieni solo da pochi decenni, abbiamo semplicemente riempito una piscina con dell’acqua presa a caso da uno degli oceani del mondo aspettandoci di trovarci all’interno uno squalo. E senza sapere neanche se gli squali esistono davvero e come sono fatti. La vastità dell’universo è effettivamente un grande problema.

Legge del quadrato della distanza

Il fatto è che la velocità della luce, e quindi dei segnali, è limitata e si ferma a circa 300.000 km al secondo. Ma c’è un altro fattore, spiega il ricercatore, quello della legge del quadrato della distanza: i segnali radio non restano sempre della stessa potenza man mano che viaggiano nello spazio, tendono ad indebolirsi in proporzione al quadrato della distanza che hanno già percorso.
In pratica sulle distanze interstellari, ad esempio su distanze di centinaia o migliaia di anni luce (distanze neanche troppo grandi considerando quanto è vasta la via Lattea), si tratta di un problema sicuramente da considerare. Dopo viaggi di migliaia di anni i segnali radio che ci giungerebbero da una civiltà distante “solo” qualche centinaio di anni luce sarebbe già molto debole e difficilissimo da rilevare, spiega Tingay.

Condividi questo articolo

C’è un errore?

Hai trovato un errore in questa pagina? Segnalacelo!

Disclaimer notizie

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L’autore non è responsabile di altri siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

Notizie scientifiche.it usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione (Leggi di più)


Dati articolo