Ecco perché scoiattoli in letargo non hanno sete

Ci sono alcune specie di scoiattoli che, a differenza di altre che raccolgono semplicemente il cibo per l’inverno, vanno in letargo abbassando il proprio metabolismo ed in particolare la frequenza cardiaca.
Un team di ricercatori ha Esaminato proprio una di queste specie , la Ictidomys tridecemlineatus.

Questo scoiattolo riesce ad abbassare la propria frequenza cardiaca e la propria temperatura corporea, oltre ad altri processi collegati al metabolismo, entrando in letargo e abbassando al minimo i propri consumi energetici, proprio come fanno gli orsi.

Per scoprire come questi scoiattoli sopprimono la propria sete, uno dei bisogni principali che potrebbe causare il loro risveglio, i ricercatori hanno analizzato il loro sangue dividendoli in tre gruppi: prima del letargo, in stato di letargo pieno e quelli in stato di letargo non intero, caratterizzato da una sorta di stato di sonnolenza.

I ricercatori notavano che la concentrazione del siero sanguigno, una sostanza che provoca la sete in molti animali, compresi esseri umani, era insolitamente basso.
Gli scoiattoli non bevevano una goccia d’acqua, anche dopo il risveglio, fino a quando gli stessi ricercatori non aumentavano in maniera artificiale Il siero all’interno del loro sangue.

Hanno quindi scoperto che possono regolare la loro concentrazione ematica rimuovendo sostanze elettrolitiche come il sodio, il glucosio e l’urea, riposizionandole in altre parti del corpo, in particolar modo nella vescica. In questo modo riuscivano a rimanere idratati.

Approfondimenti

Condividi questo articolo

C’è un errore?

Hai trovato un errore in questa pagina? Segnalacelo!

Disclaimer notizie

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L’autore non è responsabile di altri siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

Notizie scientifiche.it usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione (Leggi di più)


Dati articolo