È stata già denominata “l’elefantessa che fuma” l’esemplare femmina di elefante che vaga nel Nagarahole National Park in India. Osservata per la prima volta, tramite telecamere nascoste, da Varun Goswami della Wildlife Conservation Society (WCS), l’elefantessa ha subito scatenato la fantasia di ricercatori e non in quanto sembrava emettere fumo dalla sua bocca proprio come fanno i fumatori.
In realtà sembra che l’elefante sia solito raccogliere pezzi di legno bruciato da zone della foresta andate in fumo onde cibarsi del carbone risultante.
Nel momento in cui immette questi pezzi di carbone in bocca soffia via la cenere, ingrediente che evidentemente non le va a genio, emettendo grosse quantità di fumo.
Piccole zone della foresta all’interno del parco vengono infatti bruciate appositamente dal dipartimento forestale locale in modo che si possano creare interruzioni nella vegetazione onde poter controllare i veri incendi boschivi che, qualora si propagassero più del dovuto, risulterebbero poi inarrestabili.
Questi piccoli incendi lasciano dietro di loro diversi resti di legno bruciato che si trasforma poi in carbone. Sembra che gli elefanti, almeno l’esemplare osservato da Goswami, ne vadano ghiotti.
In realtà mangiare il carbone di legna non è una novità assoluta nel mondo animale. Esso è costituito perlopiù da carbonio, elemento comunque nutritivo. In un articolo su Live Science (vedi il link più sotto) si cita infatti il genere di scimmie Colobus che vivono in varie zone dell’Africa.
È stato osservato che queste scimmie sono solite consumare carbone di legna, cosa che permette loro di poter può consumare mandorle e mango, frutti pieni di fenoli che, oltre un certo limite, possono essere tossici per i sistemi digestivi delle scimmie. Il carbone, in tal senso, con le sue proprietà leganti contrasta la proprio le tossine relative ai fenoli.