Elettrodi morbidi, estensibili e biocompatibili per catturare segnali neurali

L'elettrodo morbido realizzato da Thor Balkhed

Registrare l’attività neurale a lungo termine, ossia non solo per una seduta ma per diverse ore durante la giornata se non per diversi giorni, può risultare molto difficile in quanto le attrezzature vedono quasi sempre l’utilizzo di componenti rigidi, poco adatti ad essere fissati semipermanentemente sul corpo. Questi elementi rigidi, infatti, non sono elastici e possono originare infiammazioni al corpo nonché danni agli stessi componenti elettronici con conseguenze nefaste sul livello dei segnali neurali.

In collaborazione con alcuni scienziati di Zurigo e New York, Klas Tybrandt, ricercatore presso il laboratorio di elettronica organica dell’Università di Linköping, ha sviluppato un nuovo materiale che risulta morbido ed elastico ma anche conduttivo allo stesso tempo.
Il materiale potrebbe essere l’anello di congiunzione tra i neuroni o i tessuti e i componenti elettronici, due tipologie di “materiali” solitamente molto diversi tra loro che quando stanno a contatto difficilmente rendono la vita del paziente confortevole.

Il nuovo materiale risulta morbido proprio come il tessuto umano e allungabile fino ad assumere una lunghezza doppia rispetto a quella originaria. È costituito da nanofili di biossido di titanio rivestiti in oro innestati all’interno di una fascia siliconica. Si tratta di un materiale biocompatibile, dunque non dannoso per il corpo umano, e naturalmente conduttivo.
Dichiara Tybrandt: “Abbiamo sviluppato un processo per produrre elettrodi di piccole dimensioni che preserva anche la biocompatibilità dei materiali. Il processo utilizza pochissimo materiale e questo significa che possiamo lavorare con un materiale relativamente costoso come l’oro, senza che il costo diventi proibitivo”.

Fonti e approfondimenti

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