
Gestire il calore delle componenti elettroniche rappresenta una delle problematiche più complesse dell’intero settore: a tutti dà fastidio uno smartphone o un tablet che comincia a surriscaldarsi troppo quando lo si tiene in mano per non parlare di altri componenti come un notebook o un PC.
Una nuova ricerca, apparsa su Nature Communications, mostra come un gruppo di ingegneri di Stanford sta cercando di creare, facendo ottimi passi avanti, il cosiddetto “transistor termico”, un interruttore su scala nanometrica in grado di condurre il calore lontano da componenti elettronici nonché di isolarlo per limitarne o annullarne gli effetti dannosi.
Come spiega Kenneth Goodson, professore di ingegneria meccanica e autore senior dello studio, “Sviluppare un transistor termico pratico potrebbe essere un punto di svolta nel modo in cui progettiamo l’elettronica”.
I ricercatori spiegano come sono riusciti a superare gli ostacoli classici per quanto riguarda i transistor termici, ossia le dimensioni troppo grandi, una lentezza di base nell’accensione e nello spegnimento e una sensibilità inadeguata per un utilizzo pratico.
In un futuro ancora più lontano i transistor termici potrebbero finanche consentire il controllo del flusso di calore in modo analogo alle modalità utilizzate dai circuiti elettronici. Potrebbero, per esempio, anche essere disposti in circuiti per calcolare usando la logica del calore, proprio come i transistor a semiconduttori calcolano usando l’elettricità.
Fonti e approfondimenti
- How can we design electronic devices that don’t overheat? | Stanford School of Engineering (IA)
- An electrochemical thermal transistor | Nature Communications (DOI: 10.1038/s41467-018-06760-7) (IA)