
Un nuovo trattamento per l’endometriosi è stato sviluppato da due ricercatori dell’Oregon State University College of Pharmacy e dell’Oregon National Primate Research Center dell’Oregon Health & Science University.
Grazie a nanoparticelle foto-sensibili caricate con particolari coloranti, i ricercatori sono riusciti a trovare prima e a rimuovere poi le lesioni associate a questo disturbo. Lo studio è stato poi pubblicato sulla rivista Small.
L’endometriosi è una condizione ginecologica che può essere comune nelle donne in età fertile. La condizione riguarda l’endometrio, lo strato interno dell’utero. Il tessuto che lo compone può formare delle lesioni nella parte esterna della cavità uterina. Queste lesioni possono interessare le ovaie, le tube di Falloppio e il tessuto stesso che riveste il bacino. Nei casi più rari il tessuto può diffondersi fino a oltre gli stessi organi pelvici.
Attualmente non esiste una cura. Solo con interventi chirurgici si possono rimuovere le lesioni e quindi migliorare il livello di fertilità. Tuttavia le stesse lesioni ritornano in circa la metà dei casi e più di 1/4 dei casi sottoposti ad intervento chirurgico debbono poi essere sottoposti ad altre operazioni. La difficoltà maggiore sta nel rintracciare tutto il tessuto malato che deve essere poi rimosso attraverso l’intervento chirurgico.
È proprio per questo che i ricercatori Oleh Taratula e Ov Slayden hanno utilizzato di materiali polimerici molto piccoli, con dimensioni inferiori ai 100 nanometri, insieme ad una particolare colorante che genera un segnale di fluorescenza. Il metodo può uccidere le cellule con la luce del vicino infrarosso.
“Abbiamo creato il nostro forte team per unire le competenze sia nella nanomedicina che nell’endometriosi”, spiega Taratula. “Questa è una malattia devastante e abbiamo sviluppato e valutato un nanoagente foto-sensibile per rilevare ed eliminare il tessuto endometriale indesiderato con ablazione fototermica”.
Per il momento i ricercatori hanno svolto esperimenti su animali dimostrando che le nanoparticelle utilizzate si accumulavano in maniera efficiente sul tessuto endometriale già 24 ore dopo la somministrazione.
“Il calore viene prodotto sotto una luce laser nel vicino infrarosso che è innocua per i tessuti senza la presenza delle nanoparticelle”, spiega ancora Taratula. “Il calore generato sradica completamente le lesioni endometriali nel giro di uno o due giorni. Il dott. Slayden e io abbiamo costruito questa squadra anni fa per aiutare i chirurghi a visualizzare e trattare meglio le lesioni endometriosi e ci stiamo avvicinando.”
Approfondimenti
- Researchers use nanotechnology to develop new treatment for painful gynecological condition | Oregon State University (IA)
- Nanoparticle‐Based Platform for Activatable Fluorescence Imaging and Photothermal Ablation of Endometriosis – Moses – – Small – Wiley Online Library (IA) (DOI: 10.1002/smll.201906936)