
Un bagliore definito come “estremo” espulso da Proxima Centauri, una nana rossa che si trova in un sistema triplo con le stelle più vicine a noi, è stato scoperto da un team di ricercatori che ha pubblicato il proprio studio sull’Astrophysical Journal Letters. [1]
Con un ottavo della massa del Sole, Proxima Centauri è una nana rossa che si trova a poco più di 4 anni luce di distanza da noi. Questa stella ha riscosso interesse nel corso degli ultimi mesi dopo la scoperta di almeno due pianeti che orbitano nella cosiddetta “fascia abitabile”, e uno di questi sembra essere un pianeta roccioso, dunque rassomigliante al nostro.
Tuttavia ulteriori studi hanno mostrato che questa stella è solita emettere fortissimi bagliori che, in termini di radiazione, non sono proprio salutari per la vita, cosa che, in un certo senso, ha scalfito un po’gli entusiasmi.
Questo studio conferma questa attività “estrema” da parte di questa stella. Il bagliore, in inglese “flare”, individuato dai ricercatori ha fatto diventare la stella 14.000 volte più luminosa nell’ultravioletto ed in pochissimi secondi, come spiega Meredith MacGregor, ex ricercatrice della Carnegie, ora assistente professoressa all’Università del Colorado a Boulder, una delle autrici dello studio.
Si tratta di brillamenti stellari, fenomeni che accadono quando c’è uno spostamento nel campo magnetico della stella. Questo spostamento determina un’accelerazione degli elettroni a velocità prossime a quella della luce. Questo fa sì che gli elettroni si scontrino con il plasma della stella e ciò provoca un’espulsione, una vera e propria eruzione, di radiazioni in tutto lo spettro elettromagnetico.
Come spiega Alycia Weinberger, ricercatrice della Carnegie ed altra autrice dello studio, è oramai evidente che questa stella ha emesso questi fortissimi flare per molto tempo, forse per miliardi di anni, diversi di essi indirizzati proprio contro i pianeti appena scoperti, cosa che evidentemente non ha di certo favorito la nascita o lo sviluppo della vita.
In ogni caso, “studiare” questi bagliori estremi con più osservatori ci permette di capire cosa hanno sopportato i suoi pianeti e come potrebbero essere cambiati”, spiega la ricercatrice. Anche perché le nane rosse sono stelle più comuni della galassia ed è quindi basilare capire fino a che punto la vita possa essere possibile su eventuali pianeti che orbitano intorno a questo tipo di stella. Ed è importantissimo capire se questi enormi flare emessi dalle stesse nane rosse sono una regola oppure un’eccezione.
Il bagliore in questione è stato registrato il 1° maggio del 2019 ed è stato individuato da vari telescopi tra cui Hubble e l’l’Atacama Large Millimeter Array (ALMA).
Note e approfondimenti
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