
L’enterocolite necrotizzante (NEC) è una malattia rara che interessa l’intestino a seguito di infiammazioni. Colpisce soprattutto i neonati prematuri e proprio per questi ultimi resta una delle principali cause di morte. La causa che scatena questa infiammazione è ancora poco chiara e proprio questo non esiste un trattamento che possa definirsi come efficace.
Inoltre non esiste neanche un test per diagnosticare in anticipo la condizione. È possibile eseguire un intervento chirurgico per eliminare il tessuto dell’intestino danneggiato nei casi peggiori.
Un nuovo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences e realizzato da un team di ricercatori della University of South Florida Health (USF Health) e della Johns Hopkins University, individua quello che potrebbe essere come un nuovo trattamento specifico per questa patologia. I ricercatori hanno infatti scoperto che inibendo la trombina, una molecola infiammatoria, e la coagulazione stessa del sangue con nanoterapia mirata, è possibile proteggere l’intestino da lesioni simili a quelle della NEC, almeno per quanto riguarda i topi neonati sui quali sono stati effettuati gli esperimenti.
“I nostri dati hanno identificato la molecola infiammatoria trombina, che svolge un ruolo critico nella coagulazione del sangue attivata dalle piastrine, come potenziale nuovo bersaglio terapeutico per NEC”, spiega Samuel Wickline, MD, professore di scienze cardiovascolari del Morsani College of Medicine (USF Health). “Abbiamo dimostrato che le nanoparticelle anti-trombina possono trovare, catturare e inattivare tutta la trombina attiva nell’intestino, prevenendo o riducendo i danni ai piccoli vasi sanguigni e la coagulazione che accelera NEC.”
La nanoterapia prevede un trattamento altamente localizzato con trilioni di nanoparticelle immesse nel sito della parete intestinale danneggiato in modo da eliminare tutta la trombina iperattiva. Ciò diminuisce il processo di coagulazione ed infiammazione innescati dalla stessa trombina.
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