
Sarebbero migliaia, secondo uno comunicato emesso dalla AFP, i morti in India a causa dell’infezione di un fatale fungo nero che provoca quella che era, prima di questi eventi in India, una malattia abbastanza rara, la mucormicosi. Si tratta di una patologia aggressiva che vede il fungo raggiungere il cervello e che costringe a volte gli operatori medici ad eseguire delicate operazioni per rimuovere occhi, naso, mascella o altre parti della testa per impedire che raggiunga l’organo più importante, ossia il cervello. Attualmente il tasso di mortalità della mucormicosi sembra essere addirittura del 50%.[1]
Di solito questa malattia colpisce meno di 20 persone all’anno ma attualmente le persone che ne soffrono sono già diverse migliaia in tutta l’India e tra di esse ce ne sono 2000 solo nello stato del Maharashtra, lo stato che ha come capitale Mumbai.
Secondo la AFP, diversi resoconti dei media indiani raccontano di centinaia di morti solo per questa malattia negli ultimi giorni tanto che il governo e le autorità statali hanno già emanato diverse allegraste perché si prevede un aumento dei casi.[1]
Secondo gli esperti questo aumento incontrollato delle infezioni da “funghi neri” sarebbe da attribuire anche ad un utilizzo incontrollato degli steroidi per trattare i pazienti affetti dal nuovo coronavirus. Un collegamento, quello tra il fungo nero indiano e la COVID-19, così forte che su Wikipedia si parla di “mucormicosi associata a COVID”, un’infezione di tipo fungino che parte dal naso. [2]
Altre cause sarebbero da ricercare nell’acqua contaminata contenuta nelle bombole dell’ossigeno e negli umidificatori d’aria che hanno permesso ai funghi di diffondersi maniera incontrollata, in particolare nelle strutture sanitarie.[1]