
In relazione alla notizia che ha visto una nota azienda casearia che ha richiamato in Australia otto prodotti a base di latte perché sospettati di essere contaminati dal batterio Escherichia coli, su The Conversation è apparso un interessante e utile articolo su come questo batterio coliforme che si può trovare nella flora intestinale e dunque nelle feci di molti mammiferi, compresi gli esseri umani, possa finire proprio dentro il latte vaccino.
Innanzitutto nell’articolo si specifica che la presenza di Escherichia coli nel latte non significa per forza di cose che il latte trasmetterà automaticamente malattie, significa solo che le probabilità sono più alte.
Detto questo, bisogna anche dire che il latte di mucca è di solito carico di batteri la maggior parte dei quali provengono dalla pelle dei capezzoli della mucca e, se la stessa mucca è malata di mastite, un’infezione della mammella, talvolta i batteri si possono trovare direttamente nel latte. Lo stesso discorso può essere fatto anche per il latte materno umano.
La differenza è che le mammelle delle mucche si trovano vicino al loro ano e quindi in questo caso il rischio che il latte possa essere contaminato con batteri patogeni di tipo fecale risulta molto più alto. Il contatto della mammella con le feci della mucca è infatti molto comune.
Naturalmente i produttori di latte fanno molti sforzi per evitare lacontaminazione con l’Escherichia coli e altri batteri fecali ma è evidente che è impossibile azzerare tutti i casi di un contatto fisico del genere: esisterà sempre il rischio che batteri fecali possano entrare nel latte.
Il rischio della presenza di Escherichia coli nel latte non sta tanto nella presenza di questo batterio quanto nel fatto che esso può essere un segno della presenza di altri patogeni, anche più pericolosi, come quello della salmonella, il norovirus e il Clostridium perfringens, solo per fare qualche esempio.
La sola pastorizzazione elimina la maggior parte dei batteri, anche quelli patogeni, e molti altri test vengono fatti sul latte pastorizzato prima della vendita, tuttavia in rarissimi casi l’Escherichia coli può sfuggire alle maglie di tutti questi controlli.
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