Una varietà innocua di Escherichia coli può essere utilizzata per proteggere l’intestino da una varietà dello stesso batterio di natura però patogena. È la scoperta pubblicata in un nuovo studio apparso su mBio.
Secondo i ricercatori un particolare ceppo di Escherichia coli, innocuo per il tessuto dell’intestino, può proteggere quest’organo da un ceppo di Escherichia coli enteroemorragico, un patogeno che produce la tossina Shiga, che spesso colpisce i bambini.
Il ceppo protettore, denominato Nissle, fu isolato nel 1917 dalle feci di un militare tedesco dallo scienziato Alfred Nissle. Nel corso degli anni è stato usato come probiotico e anche per trattare vari disturbi intestinali come la colite ulcerosa.
Per capire se questo ceppo potesse proteggere l’intestino anche dall’Escherichia coli patogeno o da altri batteri patogeni, i ricercatori hanno effettuato esperimenti su organoidi intestinali umani, in sostanza modelli in miniatura di tessuti biologici derivati da cellule staminali che imitano il tessuto degli organi reali.
I ricercatori dell’Università di Cincinnati hanno prima iniettato il ceppo “benefico” verificando che fosse innocuo e ottenendo una risposta positiva. In seguito iniettavano l’Escherichia coli enteroemorragico, il ceppo patogeno, nell’organoide intestinale pretrattato con il ceppo Nissle. I ricercatori si accorgevano che il ceppo enteroemorragico non riusciva più a distruggere la barriera epiteliale anche se i batteri del ceppo Nissle alla fine scomparivano.
“Fondamentalmente, il Nissle è stato ucciso dai batteri patogeni, ma ha reso l’intestino in grado di resistere meglio ai danni”, spiega Alison Weiss, una delle ricercatrici che hanno condotto lo studio insieme a Suman Pradhan.