Grazie ad una rete di tre telescopi da 1,6 metri collocati in Cile, Sudafrica e Australia, il Korea Microlensing Telescope Network (KMTNet), un team di ricercatori è riuscito a scoprire un esopianeta poco più piccolo di Giove tramite la tecnica del microlensing.
Questa tecnica prevede l’ingrandimento di un oggetto grazie ad un altro oggetto, posto davanti ad esso dal nostro punto di vista, che distorce l’immagine del primo grazie al fatto che anche la luce è attratta gravitazionalmente. La stessa distorsione porta anche ad un ingrandimento.
Si tratta di un effetto previsto da Einstein che fu poi visto per la prima volta in pratica il 29 maggio 1919 quando, durante un’eclissi totale, la luce di una stella piegata dalla massa del Sole.
L’obiettivo della reteKMTNet è proprio quello di scoprire pianeti extrasolari tramite il fenomeno del microlensing. Con questa tecnica questa rete di telescopi può individuare pianeti con masse che possono andare da una massa terrestre a una massa di Giove.
Con questo sistema hanno individuato KMT-2018-BLG-1990Lb, un esopianeta con una massa equivalente a 0,57 masse di Giove in orbita intorno ad una stella nana rossa con una massa di 0,14 volte quella solare. Il sistema si trova ad una distanza di circa 4000 anni luce da noi.
Si tratta del 33º esopianeta scoperto grazie alla rete KMTNet, un ulteriore conferma del fatto che la tecnica del microlensing può essere utilizzata non solo per scoprire oggetti imponenti o con un certo livello di luminosità ma anche gli esopianeti, finanche quelli di dimensioni modeste.
Approfondimenti
- KMT-2018-BLG-1990Lb: A Nearby Jovian Planet From A Low-cadence Microlensing Field – IOPscience (IA) (DOI: 10.3847/1538-3881/ab3a34)