Estinzione di massa del permiano fu molto più lenta sulla terraferma rispetto agli oceani

Lystrosaurus durante l'estinzione di massa della fine del Permiano (credito: Gina Viglietti)

252 milioni di anni fa è avvenuto quello che è conosciuto ancora come il più grande evento di estinzione di massa avvenuto sul nostro pianeta. In questo periodo eruzioni vulcaniche gigantesche causarono cambiamenti climatici globali che si rivelarono catastrofici per la maggior parte delle specie animali. I modelli di estinzione relativi a quali specie si estinsero per prime e quali per ultime e a quali sopravvissero sono ancora incompleti. Un nuovo studio, pubblicato su PNAS, cerca dicolmare in parte questo vuoto fornendo alcune interessanti informazioni che, tra l’altro, potrebbero rivelarsi utili per capire l’avvento stesso dei dinosauri che, dopo questa estinzione, cominciarono la loro lunga fase di dominio del pianeta.

Esseri viventi sulla terraferma si estinsero in un periodo più lungo

Secondo i ricercatori gli esseri viventi sulla terraferma si estinsero in un periodo più lungo rispetto a quanto avvenne per la vita nell’oceano.
Secondo Pia Viglietti, ricercatrice del Field Museum di Chicago e autrice principale dello studio, il pensiero comune verte sull’accumunare l’estinzione, durante questo periodo, della vita marina a quella della terraferma ma questo studio mostra che l’estinzione delle specie sulla terraferma è avvenuta più lentamente.

Analisi di 588 fossili di animali vertebrati a quattro zampe

Durante la fine del permiano, in un periodo di circa 100.000 anni, più dell’85% delle specie che vivevano gli negli oceani si estinsero. In quanto tempo, invece, si estinsero le specie sulla terraferma? Per comprenderlo con maggiore precisione, la ricercatrice, insieme ai colleghi, ha esaminato i fossili di 588 animali vertebrati a quattro zampe tutti endemici dell’attuale bacino del Karoo in Sud Africa nel periodo dell’estinzione.
I ricercatori hanno realizzato un database separando i fossili in base all’età e creando gruppi con i campioni per intervalli di tempo di 300.000 anni.

Lystrosaurus

“Per capire i modelli di estinzione sulla base di centinaia di fossili abbiamo utilizzato un tipo di matematica chiamata statistica. Quando una specie scompare potrebbe essersi estinta, oppure potrebbe essere ancora là fuori, in attesa di essere scoperta, ma finora non rilevata”, spiega Roger Benson, un professore di paleobiologia di Oxford che ha partecipato allo studio.
I ricercatori si sono concentrati soprattutto sul Lystrosaurus, un parente precoce dei mammiferi che, a seconda della specie, poteva variare in dimensioni. L’esame dei fossili di questo gruppo di mammiferi suggerisce che l’estinzione del permiano fu diversa sulla terraferma rispetto a quella degli oceani e durò per più tempo, circa 10 volte di più.

Oceani meno “abili” ad adattarsi a cambiamenti climatici

Ma perché questa discrepanza? Secondo i ricercatori gli oceani rappresentano un ambiente meno adatto, rispetto alla terraferma, in quanto ad adattamento ai cambiamenti climatici. Possono stabilizzarsi fino ad un certo punto in quanto possono assorbire molto anidride carbonica e aumentare le proprie temperature e, più o meno all’improvviso, possono verificarsi interruzioni fatali per interi ecosistemi come l’acidificazione degli oceani o, come vediamo oggi, lo sbiancamento dei coralli, come spiega la stessa Viglietti.

Note e approfondimenti

  1. Earth’s biggest mass extinction took ten times longer on land than in the water | EurekAlert! Science News (IA)
  2. Evidence from South Africa for a protracted end-Permian extinction on land | PNAS (IA) (DOI: 10.1073/pnas.2017045118)
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