
Gli alberi di faggio si espandono sempre di più a causa dei cambiamenti climatici e ciò non rappresenta una notizia positiva per le foreste. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Applied Ecology, si basa su dati raccolti in oltre un trentennio ed è relativo alla vegetazione di un’ampia zona nord-est degli Stati Uniti e a sud-est del Canada.
Secondo Aaron Weiskittel, uno degli autori della ricerca, professore associato di biometria e modellistica forestale dell’Università del Maine, si tratta di un evento che può comportare conseguenze negative per tutti gli ecosistemi forestali e, conseguentemente, anche per tutte le industrie che si basano su questi ecosistemi.
Il faggio, infatti, vanta un valore qualitativo e di conseguenza commerciale di molto minore rispetto ad altre qualità di legno, in primis betulle e aceri. Questi ultimi sono di solito utilizzati per costruire arredi, mobili, parquet e quant’altro di un valore superiore.
La situazione sembra tanto allarmante che lo stesso Weiskittel ritiene che le aziende si dovranno adattare in quanto in futuro gli alberi di faggio saranno sempre di più a danno di altre specie di alberi e ciò significa una maggiore quantità di legno di faggio rispetto ad altre tipologie di legno.
Ma non è solo il valore inferiore del legno di faggio e dunque una minore reperibilità di legno di maggior valore a rappresentare un problema ma anche una particolare malattia di cui lo stesso faggio soffre, relativa in particolare alla sua corteccia. Questa malattia fa sì che gli alberi di faggio muoiano molto giovani venendo poi sostituiti da altri alberi che soccombono poi per la stessa malattia.
Secondo gli stessi scienziati, sono i cambiamenti climatici a comportare questo aumento notevole della diffusione di alberi di faggio in quanto con temperature più elevate e con un maggiore quantitativo di precipitazioni, sono i faggi a trarre maggior vantaggio rispetto ad altri.