Potrebbero rivoluzionare i sistemi per le comunicazioni ottiche subacquee le nuove fibre ottiche trattate con nanocristalli di perovskiti e ideate per funzionare con fotorivelatori per collegamenti dati ad alta velocità sott’acqua.
Il team guidato da Chun Hong Kang e Boon Ooi della King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) ha realizzato nuove fibre ottiche polimeriche luminescenti che, proprio grazie alla perovskite, possono agire come uno scintillatore di ampia area.
Fibre ottiche assorbono i segnali nella regione spettrale viola
Queste fibre ottiche assorbono i segnali nella regione spettrale viola per riemetterli nella regione verde. Ciò permette al segnale stesso di essere individuato da fotorivelatori veloci a valanga. Si ha, dunque, un sistema omnidirezionale che può operare con velocità di centinaia di megabit al secondo e che si rivela particolarmente adatto per le comunicazioni ottiche subacquee senza fili.
Velocità di trasmissioni dati di 152.5 Mbit/s
“Speriamo di aprire la strada alla commercializzazione su vasta scala di sistemi di rete wireless basati su ottica che offrono un’elevata capacità di larghezza di banda, una latenza inferiore e velocità di trasmissione dati più elevate rispetto alla tecnologia a onde micro e millimetriche esistente”, spiega Chun Hong Kang.
Il nuovo sistema permette una velocità di trasmissioni dati di 152.5 Mbit/s, un limite che Secondo i ricercatori può ancora essere migliorato agendo sulle proprietà dei nanocristalli. Potrebbero essere usati nanocristalli di perovskiti con composizioni diverse: ciascuna delle composizioni potrebbe emettere una luce ad una lunghezza d’onda diversa e ciò permetterebbe l’utilizzo di più canali, cosa che aumenterebbe la capacità dei dati trasmessi.
Sistema Internet wireless basato sulla fibra ottica nell’ambiente sottomarino
Un sistema Internet wireless basato sulla fibra ottica e che possa rivelarsi efficace, in termini di velocità, nell’ambiente sottomarino è essenziale. Attualmente le tecnologie per le comunicazioni sottomarine si basano perlopiù sulle onde acustiche oppure sulla radiofrequenza, sistemi che comunque non possono offrire velocità elevate perché soffrono dell’attenuazione causata dall’acqua, spiega il ricercatore.