
Un team di ricercatori ha presentato un nuovo studio che dimostra che fino a 11 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica si sono depositati sul fondo dei nostri oceani. Questa scoperta, la prima nel suo genere, è stata portata alla luce grazie alla collaborazione del CSIRO australiano e dell’Università di Toronto. I loro risultati, pubblicati sulla rivista Deep Sea Research Part I: Oceanographic Research Papers, [1] evidenziano la gravità dell’inquinamento da plastica e il suo impatto sugli ecosistemi marini.
Una nuova prospettiva sulla plastica oceanica
La ricerca guidata da Denise Hardesty e Alice Zhu, tratta il territori inesplorati dei rifiuti di plastica presenti sui fondali, a livello mediatico letteralmente oscurati dall’inquinamento piùsuperficiale. A differenza dei detriti galleggianti, il fondale oceanico funge da deposito permanente, intrappolando di tutto, dai sacchetti di plastica agli oggetti più grandi. Questa consapevolezza sposta l’attenzione verso le profondità, sollecitando una rivalutazione del viaggio della plastica dalla costa agli abissi.
Il metodo dietro i risultati
Utilizzando modelli predittivi avanzati e dati provenienti da veicoli sottomarini, il team stima che il fondale oceanico ospiti tra i 3 e gli 11 milioni di tonnellate di plastica. Questa concentrazione intorno ai continenti sottolinea la vicinanza delle fonti di inquinamento alle attività umane. Lo studio rivela che i mari costieri e interni, nonostante le loro dimensioni più piccole, contengono tanta plastica quanto il vasto fondale oceanico.
Tracciare una rotta per l’azione futura
Questa ricerca sottolinea l’importanza di comprendere l’ultima frontiera della plastica nelle profondità oceaniche. Identificando il modo in cui la plastica migra e si accumula, è possibile indirizzare gli sforzi verso la prevenzione di ulteriore inquinamento. Nell’ambito della missione Ending Plastic Waste del CSIRO, questo studio apre la strada a soluzioni innovative per combattere la crescente crisi dell’inquinamento da plastica.