
L’alloro di montagna, originaria degli Stati Uniti orientali, è una particolare specie botanica che riesce a lanciare il polline nell’aria utilizzando una serie di 10 filamenti i quali agiscono come catapulte (vedi anche il filmato qui sotto). Questi particolari fiori sono stati oggetto di uno studio apparso recentemente su American Naturalist. Gli scienziati hanno utilizzato anche video ad alta velocità per capire e la velocità con la quale i filamenti si muovono e in generale come funzionano.
Secondo Callin Switzer, uno degli autori della ricerca, i filamenti sono sotto tensione ma quando un insetto si avvicina ad essi, scattano come delle catapulte e lanciano il polline in ogni direzione, quindi anche sull’insetto stesso. Gli insetti, poi, agiscono come impollinatori portando il polline su un altro fiore.
Secondo un’altra teoria, non appoggiata però dallo stesso Switzer, il polline viene lanciato in aria e trasportato dal vento su altre piante.
Gli scienziati hanno analizzato l’alloro di montagna in quattro fasi diverse. Durante la prima hanno cercato di comprendere la biomeccanica delle catapulte quantificandone la velocità quando sparano il polline. Nella seconda fase hanno ricreato una mappa di calore per comprendere con precisione la direzione del lancio. In una terza fase hanno preso in esame gli insetti impollinatori che visitavano i fiori. In uno studio finale, poi, gli stessi ricercatori hanno cercato di comprendere se queste piante vantano una reale capacità di autoimpollinazione, ossia senza bisogno di insetti.
Per quanto riguarda la velocità, queste catapulte sono capaci di lanciare il polline a quasi 13 chilometri all’ora. Il polline viene lanciato verso il centro del fiore e, proprio per questo, secondo Switzer, le catapulte potrebbero essere innescate solo dagli insetti più grandi, come ad esempio i bombi.
Nell’ultimo esperimento hanno impedito agli impollinatori di visitare i fiori dell’alloro e questi ultimi praticamente non sono riusciti a produrre semi, segnale del fatto che le probabilità che possano autoimpollinarsi sono scarse.
Fonti e approfondimenti
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