
Il meccanismo di attivazione dei flavivirus, un genere di virus che comprende diversi microrganismi infettivi come il virus della dengue, il virus del Nilo occidentale e il virus Zika, viene descritto in un nuovo studio apparso sulla rivista Nature Communications,[2] come riferisce un comunicato dell’Università Medica di Vienna.[1]
I ricercatori dell’istituto austriaco, insieme a colleghi dell’Istituto Pasteur di Parigi hanno infatti analizzato le interazioni a livello atomico del virus dell’encefalite da zecche (TBE), un altro importante flavivirus, all’interno delle cellule infette scoprendo un interruttore molecolare, precedentemente sconosciuto, che è alla base dell’ingresso dello stesso virus nelle cellule e della sua maturazione. Secondo i ricercatori il meccanismo scoperto è una caratteristica anche di tutti gli altri flavivirus.
Quando i virus devono entrare nelle cellule devono in parte disintegrarsi in modo che possano rilasciare le informazioni genetiche. Nel virus TBE, che ha un involucro, questo processo viene realizzato grazie a proteine che si trovano nella stessa membrana. Queste proteine permettono al virus di cambiare la struttura e di attivarsi e disattivarsi durante le varie fasi della maturazione.
Nei flavivirus i cambiamenti vengono innescati da piccole alterazioni del pH. I ricercatori hanno scoperto una proteina di membrana, denominata prM, che funge da interruttore molecolare aprendosi ad un certo livello di acidità del pH e chiudendosi quando il pH torna livelli più neutri. Si tratta di un processo che permette al flavivirus di infettare con successo le cellule. La proteina prM sembra essere presente solo nei flavivirus immaturi, quelli che non hanno ancora infettato le cellule. Si tratta di intuizioni che potranno rivelarsi molto utili per mettere a punto nuove strategie per combattere i flavivirus.