Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università Statale della Pennsylvania trova un aspetto positivo nel mangiare il formaggio.
Secondo i ricercatori gli antiossidanti che questo alimento contiene possono proteggere i vasi sanguigni da quei danni che possono essere causati da un utilizzo troppo massivo del sale nella dieta.
Lo studio è stato condotto da Billie Alba mentre finiva il suo dottorato di ricerca nella suddetta università. La ricercatrice ha scoperto, nel suo studio randomizzato, che gli adulti che mostravano una disfunzione dei vasi sanguigni a causa di una dieta ricca di sodio ma che al contempo consumavano almeno quattro porzioni di formaggio al giorno, potevano compensare questo danno.
Lo studio è stato condotto su 11 persone adulte che hanno seguito quattro diete diverse per otto giorni alla volta: una dieta povera di sodio e senza formaggi, una povera di sodio e ricca di formaggi, una ricca di sodio e senza formaggi e una ricca di sodio e ricca di formaggi.
Alla fine di ogni settimana di dieta, partecipanti tornavano in laboratorio per il test che vedeva in particolare l’esame dei vasi sanguigni.
La stessa ricercatrice ammette che è difficile spingere le persone a ridurre il sale nella dieta e che questa nuova scoperta, forse, potrà essere d’aiuto per contrastare il danno che questo ingrediente può apportare al corpo, in particolare al sistema cardiovascolare.
Allo studio ha partecipato anche Lacy Alexander, professoressa di kinesiologia della Penn State che dichiara nel comunicato stampa: “Volevamo esaminare queste connessioni più da vicino e esplorare alcuni dei meccanismi precisi con cui il formaggio, un prodotto lattiero-caseario, può influire sulla salute del cuore”.
Approfondimenti
- Eating cheese may offset blood vessel damage from salt | Penn State University (IA)
- Controlled Feeding of an 8-d, High-Dairy Cheese Diet Prevents Sodium-Induced Endothelial Dysfunction in the Cutaneous Microcirculation of Healthy, Older Adults through Reductions in Superoxide | The Journal of Nutrition | Oxford Academic (IA) (DOI: 10.1093/jn/nxz205)