
Un team di archeologi dell’Università di Sheffield ha trovato un sito di fosse comuni con vari scheletri e resti scheletrici di esseri umani vittime della Morte Nera, una delle peggiori pandemie di peste che colpì le popolazioni europee dal 1346 al 1353 provocando molti milioni di morti (le stime non concordano e vanno da 75 a 200 milioni di morti).
La scoperta è stata effettuata nei pressi di un ex ospedale monastico del XIV secolo nell’abbazia di Thornton, Lincolnshire.
In totale gli archeologi hanno scoperto 48 scheletri, 27 dei quali dei bambini. Proprio la morte dei numerosi bambini ha fatto pensare agli stessi archeologi che la comunità che ha scavato queste fosse non ha saputo far fronte alla pandemia e ne è rimasta pressoché sopraffatta (i bambini sono di solito quelli più protetti dalle famiglie e dalle comunità in casi del genere).
Hugh Willmott del Dipartimento di Archeologia dell’Università inglese parla di una scoperta di importanza nazionale perché fosse comuni relative alla morte nera del 1346-1353 sono abbastanza rare in Gran Bretagna.
Gli unici due siti simili di questo periodo sono relativi a due cimiteri storicamente documentati nei pressi di Londra.
Questa scoperta, avvenuta in una zona più che altro rurale dell’Inghilterra centrale, “fa luce sulle reali difficoltà incontrate da una piccola comunità mal preparata ad affrontare una minaccia così devastante”, come spiega lo stesso Willmott.
La conferma che si tratta di una fossa comune di morti per test è avvenuta tramite le analisi del DNA di alcuni denti reperiti sul posto effettuate da esperti della McMaster University in Canada. Dette analisi hanno infatti rivelato la presenza dello Yersinia pestis, il batterio responsabile della peste.
Quest’ultimo dovrebbe aver raggiunto l’area del Lincolnshire nella primavera del 1349.