Fossile di animale marino con tre occhi vissuto più di 500 milioni di anni fa conservatosi incredibilmente bene

Una specie di radiodonte. Credito: Junnn11, Wikimedia Commons, Creative Commons — Attribution-ShareAlike 4.0 International — CC BY-SA 4.0

Un ricercatore dell’Università di Toronto ha analizzato i resti fossili di una specie di predatore marino vissuto mezzo miliardo di anni fa, lo Stanleycaris, e ha pubblicato un interessante studio su Current Biology. Lo Stanleycaris apparteneva ad un ramo degli artropodi, poi estintosi, denominato Radiodonta, a sua volta imparentato anche con i ragni e gli insetti odierni.

“È come se stessimo guardando un animale morto ieri”

Il fossile è stato ritrovato nell’argillite di Burgess, un sito del cambriano medio che si trova nei pressi delle Montagne Rocciose del Canada. La cosa straordinaria di questi resti sta nel fatto che sono visibili le forme del cervello e del sistema nervoso e ciò è incredibile dopo più di 506 milioni di anni. Joseph Moysiuk, autore principale dello studio nonché dottorando in ecologia e biologia evolutiva, spiega che i fossili di cervello risalenti al cambriano in effetti non sono una novità ma in questo caso la straordinarietà sta nel livello di qualità della conservazione nonché nel grande numero di esemplari fossili trovati nel sito. “Riusciamo persino a distinguere dettagli fini come i centri di elaborazione visiva che servono i grandi occhi e le tracce di nervi che entrano nelle appendici. I dettagli sono così chiari che è come se stessimo guardando un animale morto ieri”, spiega il ricercatore.

Il terzo occhio

Lo Stanleycaris, lungo all’incirca a 20 cm, aveva un grosso occhio nel centro della testa che si aggiungeva agli altri due occhi a stelo, una cosa inusuale nei radiodonti. Il terzo occhio è una cosa inaspettata, spiega Jean-Bernard Caron, supervisore di Moysiuk ed altro autore dello studio. La scoperta di un terzo occhio è importante per capire l’aspetto che avevano, evidentemente ancora più bizzarro di quanto si potesse stimare.
Lo Stanleycaris doveva avere dei sistemi sensoriali e nervosi molto sofisticati e, nonostante poi non fosse molto lungo anche per gli stessi standard delle altre specie di radiodonti, probabilmente era un predatore molto efficiente, in particolare nel catturare le prede più piccole nell’oscurità.

Cervelli degli Stanleycaris

I ricercatori hanno scoperto che i cervelli degli Stanleycaris erano fatti di due parti, il protocerebrum e il deutocerebrum. Queste due sezioni erano collegate con gli occhi e con un paio di artigli frontali. Testa e cervello a due segmenti hanno delle radici molto profonde per quanto riguarda l’evoluzione degli artropodi, spiega Moysiuk. Questa conformazione a due segmenti probabilmente ha preceduto la conformazione a tre segmenti, tipica degli insetti e in generale degli artropodi odierni (in questi ultimi il cervello è composto da protocerebrum, deutocerebrum e tritocerebrum). Capire le cause nonché gli effetti dell’aggiunta di un segmento al cervello nella linea evolutiva di questo gruppo è la chiave per capire come le numerose specie di artropodi si sono poi diversificate. In tal senso i fossili dell’argillite di Burgess sono come una stele di Rosetta, spiega ancora Moysiuk.

Note e approfondimenti

  1. 500-Million-Year-Old Fossilized Brains of Stanleycaris Prompt a Rethink of the Evolution of Insects and Spiders | Royal Ontario Museum
  2. A three-eyed radiodont with fossilized neuroanatomy informs the origin of the arthropod head and segmentation: Current Biology (DOI:/10.1016/j.cub.2022.06.027)
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